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giovedì 25 Aprile 2024
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    “20 milioni da Iccrea a ChiantiBanca? Una proposta non risolutiva, e anzi dannosa”

    I soci pro-Trento "smontano" questa ipotesi: "Così la banca finisce smembrata e sotto tutela"

    SAN CASCIANO – Botta e parata. Stoccata e contro stoccata. L'avvicinamento all'assemblea dei soci di ChiantiBanca, chiamati domenica 10 dicembre (inizio alle 9.30) al Mandela Forum di Firenze a votare sulla proposta del Cda di cambiare holding, passando da Cassa Centrale Banca (Trento, votata nelle assemblee di dicembre 2016 e maggio 2017) a Iccrea (Roma), vede un lavoro febbrile anche da parte di quelle associazioni di soci che hanno deciso di schierarsi dall'una o dall'altra parte.

     

    E se il movimento Co-Opera ha spiegato i tre motivi per cui dire sì a Iccrea, il gruppo di soci riunito nell'Associazione per una banca in terra toscana la vede molto, molto diversamente.

     

     

    "Stanno circolando “strane voci” su ChiantiBanca – scrive Per una banca in terra toscana – e sui motivi per cui si dovrebbe ribaltare la decisione presa un anno fa dall’assemblea straordinaria di aderire al gruppo trentino Cassa Centrale Banca, e favorire l’adesione al gruppo romano di Iccrea".

     

    "Secondo tali voci – proseguono – il gruppo Iccrea sarebbe disposto a finanziare ChiantiBanca con una obbligazione subordinata di 20 milioni di euro, con un tasso favorevole, simile all’obbligazione emessa a favore del gruppo trentino un anno fa. Ciò consentirebbe a ChiantiBanca di riacquistare quel titolo e terminare così il legame con CCB".

     

    "Iccrea – continuano nella loro ricostruzione – sarebbe inoltre disponibile a finanziare ChiantiBanca con un altro titolo subordinato, sostanzialmente alle stesse condizioni, per altri 20 milioni di euro. Tale finanziamento aggiuntivo consentirebbe di rafforzare ilpatrimonio di ChiantiBanca, che verrebbe così classificata nella fascia più favorevole (fascia A) prevista per le banche più solide, e potrebbe beneficiare di maggior autonomia nell’ambito dei contratti di coesione che verranno definiti tra la capogruppo e le rispettive BCC".

     

    "Non è stata prodotta – sottolineano – ancora nessuna evidenza di questa offerta da parte di Iccrea. In ogni caso, si tratta di una proposta non risolutiva, e per certi versi dannosa per ChiantiBanca. Spieghiamo perché".

     

    "Innanzitutto – iniziano – anche se Iccrea fosse disposta a finanziare ChiantiBanca con 20 milioni di euro allo stesso tasso d’interesse del titolo emesso nei confronti di CCB, ChiantiBanca non potrebbe annullare il suo debito nei confronti del gruppo trentino. Il titolo subordinato emesso da ChiantiBanca non prevede infatti la possibilità di estinzione anticipata, se non a condizioni concordate da entrambe le parti, condizioni che non potrebbero che essere sfavorevoli per ChiantiBanca. Non si vede dunque il motivo per cui ChiantiBanca debba accettare un finanziamento da parte di Iccrea, al fine di sostituire il prestito esistente di CCB".

     

    "Quanto alla proposta da parte di Iccrea di erogare a ChiantiBanca un secondo finanziamento – dicono ancora – sotto forma di obbligazione subordinata, per un ammontare pari a 20 milioni di euro, sorgono numerosi dubbi, e serie controindicazioni. Non è stato chiarito peraltro se il gruppo CCB abbia fatto una offerta paragonabile in tal senso".

     

    "Ma il vero dubbio – rincarano – riguarda il motivo per cui ChiantiBanca dovrebbe emettere un altro titolo subordinato. Se i coefficienti patrimoniali sono soddisfacenti, come sembra affermare l’attuale vertice, perché rafforzare ulteriormente il capitale? Inoltre, cosa dovrà dare ChiantiBanca in cambio di tale sostegno? A questo riguardo può essere utile riferirsi all’intervento del dottor Mario Venturi, direttore della sede di Firenze della Banca d’Italia al convegno sul credito cooperativo organizzato dalla CISL Toscana il 1 dicembre scorso".

     

    Parlando degli interventi a sostegno delle banche da parte della capogruppo, riporta l'associazione Per una banca in terra toscana, queste le parole di Venturi: "Ad esempio la sottoscrizione di prestiti subordinati non potranno limitarsi alla mera sottoscrizione di questi prestiti, ma dovranno essere inquadrati in piani di risanamento più organici, ad esempio fino a prevedere operazioni di aggregazione”.

     

    "In altre parole – riprende l'associazione – in cambio del finanziamento la capogruppo dovrà imporre condizioni di controllo più restrittive, e dunque lasciare meno autonomia, e forse anche addirittura aggregazioni con altre Bcc. Non è dunque vero  che le banche che ricevono sostegno dalla capogruppo passano ad una fascia più favorevole bel contratto di coesione (che comunque è omogeneo tra i due gruppi)".

     

    "In sintesi – concludono – se ChiantiBanca accettasse la nuova offerta di sostegno finanziario, rischierebbe di essere messa sotto tutela, come alcuni desiderano, e magari smembrata e data a pezzi alle altre cosidette… consorelle. Sarebbe un bel risultato! Non certo nell’interesse dei soci di ChiantiBanca".

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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