SAN CASCIANO – Prima il Covid. Poi la guerra in Ucraina. Al di là dei drammi dal punto di vista sanitario e di perdita di vite umane, che restano ovviamente prioritari, si tratta di due eventi che hanno avuto, stanno avendo ed avranno, impatti impressionati anche dal punto di vista economico.
Il sistema bancario, e per quanto ci riguarda nel particolare quello locale, come sta reagendo? Quali le sue risposte? Quale il suo stato di salute?
Lo abbiamo chiesto a Gianluca Piccioli, capo area di ChiantiBanca nel territorio del Chianti (che, come vedremo, per quanto riguarda le suddivisioni dell’istituto di credito è molto ampio e significativo).
ChiantiBanca che lo ricordiamo, proprio nei giorni scorsi ha approvato in Cda il bilancio 2021, con oltre 10 milioni di euro di utile.
# ChiantiBanca, il cda ha approvato il bilancio 2021: utile netto di oltre 10 milioni di euro
Area-Chianti: innanzi tutto circoscriviamola bene. Quando si parla di area-Chianti per ChiantiBanca, cosa si intende?
“La città di Firenze, dove abbiamo sei filiali, e la zona del Chianti che per noi comprende i comuni di San Casciano, Tavarnelle, Sambuca, Montespertoli e Mercatale”.
Fatta la “premessa geografica”, andiamo a descriverne l’andamento: quale lo stato di salute, anche rispetto agli anni precedenti? Sia quelli di pandemia (quindi dal 2020), sia quelli pre-pandemia.
“Firenze merita un discorso a parte. Sono ancora piuttosto evidenti le difficoltà a cui va incontro il settore della ristorazione, anche se i numeri sono decisamente in ripresa rispetto al primo anno di pandemia. Purtroppo ci sono state molte chiusure di locali, certamente dovute agli alti costi di affitto o ai finanziamenti accesi nel periodo antecedente al Covid per acquistare le licenze. Al contrario, sempre facendo riferimento alla città di Firenze, il settore alberghiero e quello legato ai B&B è in forte crescita, peraltro già evidenziata dall’estate 2021 e confermata con numeri impressionanti nella Pasqua 2022 e dalle prenotazioni per il periodo estivo”.
Venendo invece più al territorio chiantigiano?
“Per quanto riguarda il Chianti, sia la ristorazione che il settore alberghiero, già dall’estate 2021, hanno ripreso a lavorare con presenze medie che vanno dall’80 al 90% del fatturato 2019, indipendentemente dalla qualità dei servizi proposti e quindi anche di prezzo. Numeri decisamente positivi”.
Ci sono zone che hanno maggiori performance o maggiori criticità?
“Nel Chianti le zone migliori sono San Casciano e Tavarnelle”.
Settore casa: tiene l’immobiliare? I prezzi? Le richieste di mutuo casa in questa zona?
“Il settore immobiliare ha tenuto, sia sulla città che nel Chianti, grazie ai tassi di interesse e alle agevolazioni del governo Draghi rivolte ai giovani. Da valutare, dopo la guerra in Ucraina e la crisi energetica, come i tassi possono continuare a salire, considerato l’aumento dell’inflazione”.
Cosa dobbiamo aspettarci dai tassi?
“La curva dei tassi a breve e a lungo termine è già salita molto e i tassi fissi sono aumentati di quasi il 2% rispetto al 2021. Oggi l’IRS – il tasso interbancario di riferimento per i mutui a tasso fisso – a trent’anni quota 1,5% a cui dover aggiungere lo spread della banca; lo scorso anno l’IRS decennale e ventennale aveva quotazioni addirittura negative”.
Quali, infine, le prospettive future dal vostro punto di vista?
“Ci aspettiamo una ripresa costante del settore turistico-alberghiero, visto che il Covid sembra ormai essere sotto controllo. Non credo sia ancora possibile tornare ai fatturati 2019, visto la mancanza di turisti asiatici. Il settore immobiliare è da valutare in considerazione dell’aumento dei tassi e dei nuovi “stimoli” fiscali da parte del Governo”.
@RIPRODUZIONE RISERVATA