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lunedì 10 Febbraio 2025
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    “Dopo le stragi di Pratale e Fabbrica i tedeschi si presentarono da noi alle Quattro Strade…”

    "Il Comandante del gruppetto venne ucciso da un colpo di cannone su via della Leccia mentre andava a ispezionare la truppa in ritirata..."

    In questo periodo in quasi tutti i paesi della Toscana vengono celebrate le commemorazioni degli eccidi verso la popolazione commessi dall’esercito tedesco, aiutato da quel che restava delle Camicie Nere dell’Italia Fascista, in ritirata dopo l’otto settembre 1943.

    Per dovere civico e morale dovremmo ricordare anche quello che hanno fatto l’Esercito Italiano e le Camicie Nere verso le popolazioni africane e dei Paesi europei assoggettati.

    Quando gli Ufficiali Comandanti incitavano la truppa a uccidere i resistenti senza freni morali.

    Popolazioni estirpate dai villaggi e rinchiuse in campi di prigionia, dove un Generale aveva l’ardire di considerare detti luoghi adatti a contenere la ribellione, e dove quei poveretti morivano per la mancanza di cibo e assistenza.

    Dopo l’8 Settembre come sappiamo l’esercito italiano si sbandò per la mancanza di direttive da parte del Re e del Reggente del nuovo esercito, dando ai tedeschi il vantaggio di decidere la sorte sui militari italiani.

    E per coloro che erano fuori dei confini nazionali fu una tragedia.

    Cefalonia ne fu un tragico esempio. I tedeschi presero il comando su metà della penisola italiana e il Comandante Kesserling impose una “ritirata combattuta” attuata con la distruzione di tutte le strutture utili, come ponti, torri, ferrovie, … .

    Il saccheggio di beni alimentari e di rappresaglie intimidatorie verso la popolazione.

    A questa scampammo anche noi a Quattro Strade, dopo la strage di Pratale e di Fabbrica il gruppetto si presentò nella cantina e ci fu un equivoco che risolse la signora Ida (moglie del Colonnello Chiesa) che parlava tedesco.

    Il Comandante del gruppetto venne ucciso da un colpo di cannone su via della Leccia mentre andava a ispezionare la truppa in ritirata.

    Il gruppetto si mise a dormire accanto a mio fratello (nella cantina a quanto dicevano eravamo una cinquantina di persone, io ero il più piccolo).

    Non vedendo tornare il loro comandante il gruppetto salutò i ricoverati e uscirono mettendo mine antiuomo e allontanandosi.

    Dopo poco arrivarono i primi carri armati degli alleati e chiesero quale direzione avevano seguito i tedeschi.

    E lì finì la guerra per noi col pericolio imminente, ma poi ci fu l’occupazione delle truppe indiane e neozelandesi e i genieri americani che misero il campo sulla strada per Valigondoli e andavano a Firenze a costruire il passaggio sull’Arno…

    R.B.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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