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giovedì 3 Luglio 2025
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    Dolore, silenzio e dignità: l’ultimo saluto di San Casciano a Lorenzo Ermini

    In tanti al funerale del 30enne rimasto drammaticamente ucciso lunedì 1 luglio nel bosco degli Scopeti

    SAN CASCIANO – Il corteo funebre è partito dalla chiesa Santa Maria sul Prato (della Misericordia) in piazzetta Simone Martini, dove in questi giorni sono stati in tanti a portare l’ultimo saluto a Lorenzo Ermini, 30 anni, rimasto ucciso lunedì 1 luglio durante un’escursione in mountain bike, nel bosco degli Scopeti.

    Una caduta, un ramo di pino che recide l’arteria femorale. Per un appuntamento con un destino terribile. Inimmaginabile.

    Molti i giovani della sua stessa età, che sono stati a scuola con lui, hanno giocato a pallone insieme, così come hanno condiviso le tante passioni.

    Ma anche tanti genitori, amici della famiglia Ermini, conosciuta per la sua serietà e disponibilità; una famiglia di veri e propri amanti della campagna.

    Il corteo ha attraversato in silenzio via Morrocchesi per arrivare alla Collegiata di San Cassiano, dove altre persone erano fuori ad attendere.

    Una funzione religiosa molto semplice, proprio com’era Lorenzo, con una dignità incredibile nonostante il momento drammatico che stanno attraversando il babbo, la mamma, la sorella con il marito e la piccola bambina. I nonni, anche loro composti nel loro grande dolore.

    “Oggi siamo tutti insieme sulla barca che improvvisamente è stata colpita da un’improvvisa tempesta – ha detto durante l’omelia don Massimiliano Gori, che ha celebrato la Santa Messa con don Jomy – una tempesta che non è causata da Gesù. Nessuno può trovare una spiegazione a tutto questo”.

    “Non ho parole per alleviare il dolore – ha proseguito don Massimiliano – ma vorrei che ognuno di voi voglia pensare che Gesù in questo momento è salito sulla nostra barca. E sta dando una mano a tutti noi nel superare la tempesta che stiamo vivendo”.

    “Vediamo nella foto che è stata appoggiata sulla bara – ha concluso don Massimiliano – Lorenzo in mezzo a un campo di papaveri, che sorride. Lo immaginiamo così ora, in paradiso, mentre risplende nella luce di Dio”.

    Nessun coro durante la funzione, nessuna lettera come spesso accade alla fine, così come nessun applauso è stato fatto al momento in cui il feretro è uscito dalla chiesa. Semplicità e compostezza.

    Ha regnato, oltre alla preghiera, il silenzio: quel silenzio che avvolgeva quel bosco dove Lorenzo ha trovato la morte lunedì 1 luglio, mentre era in sella alla sua mountain bike.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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