SAN CASCIANO – Tanta gente ieri, mercoledì 30 agosto, all’assemblea pubblica indetta dal sindaco di San Casciano, Roberto Ciappi, per parlare del futuro dei giardini di piazza della Repubblica, il Piazzone, nel capoluogo.
Dopo la notizia pubblicata nei giorni scorsi dal Gazzettino del Chianti, relativa in particolare all’abbattimento di tutti i pini sul lato dei giochi per bambini (quello della “punta” per intendersi) era montata, soprattutto sui social, la protesta.
Ed ecco che allora l’amministrazione comunale ha organizzato un incontro pubblico (comunque già previsto) per parlare di questa zona, così cara a generazioni di sancascianesi.
Lo si è fatto all’interno dello stesso Piazzone, con alcune panche e un video, sul quale è stato proiettato il progetto della giunta comunale sancascianese, già presentato in Regione Toscana per concorrere a un bando pubblico.
Alla fine della serata, molti gli interventi del pubblico. Nessuno, in pratica, contrario all’abbattimento dei pini. Molti hanno invece segnalato situazioni di degrado da sistemare: non solo nel Piazzone.
La proposta-Roselli per l’area giochi
Fra i presenti anche l’ex sindaco Pietro Roselli, ovvero colui che realizzò l’ultima grande opera di riqualificazione dell’area (compresa la passeggiata di viale Garibaldi), circa vent’anni fa.

Ed è stato proprio lui ad avanzare un’idea alternativa a quella della giunta comunale per la ristrutturazione dell’area-giochil.
“Andrebbero tolti i sassi – ha detto in sintesi – creato uno spazio delimitato da una staccionata, posizionate isole con coperture”.
“Insomma – ha specificato – dovrebbe essere un salotto protetto, per mamme e bambini. Sul modello dei parchi gioco europei, che mostri fin dalla sua realizzazione quanto sia prezioso e quanto debba essere tutelato”.
La relazione del sindaco Ciappi: “34 parchi comunali, 5.545 piante censite”
Lunga la relazione del sindaco Ciappi, che ha compreso anche l’intero sistema del verde pubblico comunale, ha inquadrato la riqualificazione del Piazzone nell’ottica più generale.
“Abbiamo 34 parchi comunali in tutto in territorio – ha iniziato Ciappi – Il Piazzone è il più importante per il numero di frequentatori, ma più grandi sono il parco della Botte e il Policrosalus”.
“Detto ciò – ha continuato – il Piazzone è punto di incontro di intere generazioni. È un parco nato volta volta, non ha avuto una progettazione iniziale uniforme e complessiva. È particolarmente importante perché nelle vicinanze del centro, dell’asilo comunale, perché frequentato dalle persone anziane, di congiunzione fra campo sportivo e centro storico, area di mercato e fiere”.
“Agli inizi degli anni Venti – ha proseguito – partì la trasformazione del parco, dove la fontana era stata inagurata nel 1892, inserendo una serie di elementi; fra cui i pini. Una piantumazione proseguita con le alberature poste a fine anni Sessanta. I pini erano la “moda” di quegli anni. A seguire c’è stata una serie di inserimenti di giochi, attrezzature, le altalene a quattro, quelle in ferro. Fino al progetto della giunta Roselli, di riqualificazione complessiva”.
Poi il primo cittadino sancascianese ha dato qualche numero: “Attualmente il patrimonio arboreo gestito come anagrafe dal Comune (ricognizione del 2018) conta di 5.545 piante, che sono di proprietà comunale nei parchi verdi. Senza contare 300 piante messe a dimora nel parco urbano di Cerbaia. Più altre 45 piante non ancora censite; e quelle con tronco inferiore ai 15 cm di diametro che verranno censite via via che cresceranno. L’anagrafe arborea è un registro che non molti Comuni hanno, necessario per avere un quadro preciso delle essenze che ci sono, delle loro dimensioni, le proprietà e le problematiche che possono scaturire. Anche perché il mutamento del clima ha messo a dura prova anche le piante nel nostro territorio”.
“Quando cadde il grande pino qui nel Piazzone – ha precisato – vi ricordo che quell’albero aveva avuto due verifiche a stretto giro. E gli agronomi avevano valutato che fosse in perfetto stato di salute. Unico elemento che ci veniva chiesto di monitorare e controllare era un grande ramo. Come quello, la maggior parte delle piante fu ritenuta sana e solida, tranne alcune che vennero abbattute e sostituite, o in loco o in prossimità. Nel 2016 il Comune spendeva in verifiche di controllo e sulla stabilità delle piante sotto i 5mila euro. Lo scorso anno ha speso circa 30mila euro. Questo perché le alberature invecchiano. Ci sono alberi con vita media lunga, altri con vita media minore. Avendo una anagrafica completa e gestita in modo scientifico, oggi sono di più le piante che vengono monitorate. Come è chiaro che gli alberi nei giardini pubblici, così come quelli all’interno delle scuole, portano con loro rischi maggiori. E maggiore monitoraggio”.
“Nel 2009 – ha detto ancora – il Comune spendeva 17mila euro anno per manutenzione alberature; lo scorso anno 130mila. Questo per dare un’idea anche dei costi che deve sostenere una amministrazione comunale per tenere in sicurezza il proprio patrimonio arboreo: le valutazioni devono essere quindi legate anche a una parte economica, oltre che agli aspetti generali di un parco pubblico. Poi ci sono i giochi: un’altalena costa 7.500 euro, un gioco a molla 1.000-1.100 euro. Un gioco come il castello costa oltre 70mila euro”.
La sistemazione della fontana
Venendo al futuro del Piazzone, “siamo partiti da un progetto di restauro della fontana – ha spiegato Ciappi – sulla quale sono state rimesse le mani più volte, anche con qualche stortura. Un restauro importante, per cui serve manodopera specializzata, in cui vengono tolte le “spugne” attuali, si restaura la staccionata cambiando il colore rispetto a quel verde anni Sessanta, si ricolora il fondo, si risistema la pompa per far uscire l’acqua, con ugelli che la spruzzano anche dall’esterno verso l’interno…”.
“Poi – ha continuato – abbiamo pensato alla questione dei giochi. Non sono rischiosi, sono monitorati e controllati. Ma sono vecchi, piegati come nel caso del Castello, hanno fatto la loro strada, alcuni è da vent’anni che sono qui, hanno avuto anche molte manutenzioni. I giochi negli ultimi anni i Comuni li stanno mettendo con tappeti di gomma coerenti, sistemi con disegnati sopra a loro volta dei giochi (campana, gioco dell’oca): li abbiamo inseriti già all’interno delle scuole dell’infanzia del territorio. Abbiamo quindi pensato di riorganizzare, nella parte della punta, un’ampia zona con i tappeti a gioco, non più a “piastrellone” attaccate una all’altra. Ma uno dei problemi su cui ci scontravamo (e ci scontriamo) è quello delle alberature. I luoghi in cui abbiamo dovuto sostituire i tappeti sono quelle dove ci sono le radici dei pini. Inoltre, abbiamo anche un paio di punti sul muro perimetrale in difficoltà a causa delle radici dei pini”.
“Pini, cosa ci dicono gli agronomi”
“Gli agronomi – ha precisato – ci dicono che il pino non va toccato tanto, gli va fatta fare la sua altezza. Questi pini la loro altezza l’hanno già raggiunta. Li possiamo monitorare, guardare, ma metterli in sicurezza non è possibile. Fare, come ho sentito dire, la “giusta manutenzione” è impossibile. Noi chiediamo agli agronomi esperti cosa possiamo fare: niente ci viene detto, quando sono a rischio o si legano i rami, o si abbattono. Siamo arrivati a questo perché hanno raggiunto la loro massima espressione in uno spazio del genere”.
“Abbiamo quindi davanti una occasione – ha rimarcato – Sono oltre dieci i pini a rischio, che vanno tolti. Credo sia stato quindi giusto, corretto e logico, fare una riflessione su una previsione per la sistemazione complessiva delle alberature. Abbiamo chiesto alla Soprintendenza (l’area è a vincolo, è un parco storico) se era possibile sostituire i pini con altra alberatura, visto che non riteniamo idoneo sostituirli con altri pini. La Soprintendenza ci ha detto che se è prevista una sostituzione organica e complessiva con altre alberature si può fare”.
“Aceri al posto dei pini”
Quindi, nella parte dei giochi saranno abbattutti tutti i pini: “La sostituzione avverrà con due tipi di acero: rosso e platanoide. Ben affogliati d’estate e che non hanno impianto radicale superficiale. Sono alberi a crescita abbastanza rapida, a differenza di querce, lecci… . Di inverno questo è un parco ventoso, queste sono alberature senza chioma nei periodi freddi, e quindi non fanno ombra e rendono più frequentabile il parco stesso. Poi, sempre in questa zona del parco, prevediamo anche la piantumazione di tre noccioli contorti”.
Quindi, la decisione di abbattere tutti i pini parte da quelli a rischio ma si è estesa a tutti gli altri: “Ci siamo posti la domanda: una volta che togliamo gran parte di queste alberature, quanto è alto il rischio di danneggiare gli impianti radicali di quelli accanto? Questi alberi hanno quasi tutti bisogno di verifiche annuali, perché sono davvero in difficoltà. La paura che avevamo era di mettere le mani su oltre dieci piante e dover togliere poi le altre successivamente, senza aver dato organicità e omogeneità”.
Progetto complessivo e tempi
Quindi, il progetto-Piazzone prevede la ri-sistemazione della fontana su lato-Clarisse (dove saranno piantati anche alcuni cipressi e lecci); giù tutti i pini con aceri (e tre noccioli) sul lato giochi. Giochi (in primis il castello) che verranno rimpiazzati per un investimento di circa 200mila euro, con tappeti continui. Infine, miglioramento impianto di illuminazione, inserimento di telecamere (per ostacolare ulteriormente gli atti vandalici) e di limitatori di accesso alle zone interne del Piazzone.
Tempistiche: in autunno si procederà senza indugio all’abbattimento e alla sostituzione dei pini. Poi, se il bando regionale a cui sta partecipando il Comune sarà vincente (lo si saprà fra alcune settimane), arriveranno i fondi e si conta di aver finito entro primavera (quelli per la sistemazione della fontana sono in realtà già stati individuati fra capitoli di introito-spesa specifici).
Se invece le risorse dovranno essere trovate tutte in proprio, si potrà slittare di qualche mese, ovvero fino alla prossima estate.
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