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sabato 15 Febbraio 2025
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    Inaugurata a Venezia “Due Leoni per due Repubbliche”, la mostra di Elisabetta Rogai

    L'artista fiorentina, ormai sancascianese "adottata", nella prestigiosa Ca’ Sagredo, sul Canal Grande

    VENEZIA – Uno ha le ali e e mostra fiero le pagine aperte del Vangelo di San Marco; l’altro è seduto e poggia la zampa destra su uno scudo recante l’immagine di un giglio rosso in campo bianco.

    Il primo campeggia in Piazza San Marco a Venezia; l’altro domina l’Arengario di Palazzo Vecchio, in piazza della Signoria a Firenze.

    È l’immagine simbolo di “Due Leoni per due Repubbliche”, la mostra della pittrice fiorentina (ormai sancascianese d’adozione) Elisabetta Rogai – ideata e curata da Olga Mugnaini (altra sancascianese doc) e Federica Rotondo – che si è inaugurata nei giorni scorsi a Ca’ Sagredo, sul Canal Grande a Venezia, alla presenza dell’Artista, delle co-curatrici, dello storico dell’arte Luca Nannipieri, di rappresentanti della cittadinanza veneziana e degli sponsor.

    Si tratta di una mostra tutta al femminile – un’artista e due curatrici – che proseguendo fino all’11 agosto, si svolgerà parallelamente alla 60esima Biennale Internazionale d’arte presentando il nuovo progetto dell’artista dedicato a due straordinarie città, Venezia e Firenze, celebri nel mondo per il loro glorioso passato e per il loro fascino contemporaneo.

    Proprio per queste caratteristiche, l’inaugurazione dell’esposizione è stata inserita nell’evento di Ars Pace dal titolo “Firenze-Venezia: Pace nell’Arte”, dove il ruolo dell’arte come strumento di pace è stato il leitmotiv dell’avvincente viaggio iniziato a Firenze, per proseguire in Toscana fino ad arrivare nella Serenissima.

    Due leoni, un concept

    Oltre che da tesori inestimabili, le due storiche Repubbliche sono accomunate sia da una storica alleanza – per esempio la prima Granduchessa italiana di Casa Medici fu una veneziana, Bianca Cappello – sia da problemi attuali che derivano proprio dalla loro straordinaria bellezza.

    Come il cosiddetto “over tourism”, tema al centro di costanti riflessioni sulla gestione dei flussi turistici nel nostro Paese e direttamente collegato al rispetto dell’ambiente – argomento stesso della 60a Biennale di Venezia – oltre che alla tutela del patrimonio culturale italiano.

    Grazie a tutti questi elementi, la mostra “Due Leoni per due Repubbliche” risulta originale e senza alcun precedente.

    Fiorentina e sempre attenta ai segnali di un mondo che cambia rapidamente, Elisabetta Rogai porta su questo orizzonte tutta la sua sensibilità artistica, scegliendo un simbolo antico, emblema e vessillo storico delle due gloriose Repubbliche: il Leone di San Marco per Venezia e il Marzocco per Firenze.

    Due animali fieri, eleganti e potenti, da secoli rappresentati dai più grandi artisti ed elevati, secondo tradizione, a protezione delle città.

    Eppure, come racconta Rogai in questo nuovo ciclo di opere in larga parte inedite, anche gli stessi leoni sembrano mostrare i segni di un assalto di visitatori non più sostenibile.

    Un tema, quello della sostenibilità, che da artista contemporanea affronta per condividere il senso di responsabilità nei confronti di quel Patrimonio dell’Umanità che abbiamo tutti il dovere di tutelare e di tramandare alle future generazioni.

    Venezia e Firenze sono infatti due siti protetti dall’Unesco fra i più importanti al mondo e non a caso la mostra “Due Leoni per due Repubbliche”, per questi contenuti culturali ha in corso di approvazione la richiesta di patrocinio della Regione Toscana, del Comune di Firenze e dell’Ufficio Firenze Patrimonio Mondiale-Unesco.

    Non solo: durante l’esposizione di Elisabetta Rogai a Ca’ Sagredo, come ogni anno, su iniziativa del WWF, il 10 agosto si celebra la “Giornata Mondiale del leone”, animale anch’esso a rischio estinzione, un destino che pare ricordare quello delle due città, Venezia e Firenze, di cui è il simbolo.

    La mostra

    Elisabetta Rogai ha girato il mondo con le sue opere, ha visto molti orizzonti, ma è la sua terra – Firenze e la Toscana – che rimane riferimento imprescindibile per la sua creatività.

    Nonostante ciò, l’artista stavolta pone il suo sguardo sulla laguna veneziana, ascoltando il richiamo di una città per tanti aspetti gemella della sua Firenze, pur nella profonda diversità.

    Amare un luogo vuol dire cantarne la bellezza, ma anche desiderare di proteggerlo, conservarlo per tutti gli occhi che anche nel futuro potranno ammirarlo e ricevere in dono la magnificenza costruita nel passato. E l’arte è uno dei messaggeri più potenti.

    Nasce da qui il desiderio di portare a Venezia la sua mostra che renda omaggio a queste due insuperabili e antiche Repubbliche, Venezia e Firenze, che tutto il mondo corre ad abbracciare. Perché non si può non aver visto il Canal Grande e il Ponte Vecchio.

    La location è altrettanto prestigiosa e simbolica, Ca’ Sagredo, splendida dimora sul Canal Grande, dove altri artisti internazionali hanno già esposto le proprie opere.

    Qui Elisabetta Rogai ha portato dipinti che sono frutto di nuove sfide, ricerche e sperimentazioni tecniche, ma anche risultato di nuovi contenuti, sentimenti e riflessioni che nascono dalla contemporaneità.

    In totale la mostra “Due Leoni per due Repubbliche” comprende 28 opere pittoriche: 20 tele (di cui cinque dipinti su denim, il tessuto dei jeans) e otto schegge di marmo bianco di Carrara.

    In larga parte si tratterà di opere inedite, realizzate per l’occasione, come il grande “Autoritratto” che vede l’artista nell’atto di dipingere una testa di cavallo con il vino, oppure dipinti già acclamati come il “Dante infernale”, realizzato nel 2021 in occasione del 700° anniversario della morte del Sommo Poeta.

    E’ comunque un viaggio che tocca l’intera carriera, da cui sono nate opere che fanno parte oggi delle più importanti collezioni in tutto il mondo; inoltre la mostra è impreziosita dal catalogo che ospita i testi delle curatrici e i saggi critici di Cristina Acidini e di Luca Nannipieri.

    “L’arte è la mia vita, la mia passione – afferma Rogai – E anche in questa avventura che rende omaggio alla mia città, Firenze, e a Venezia, ho metto tutto il mio entusiasmo e la mia anima: talvolta mi sento Leone di San Marco, tranquillo ponderante, talvolta Marzocco, più battagliero, ma sempre me stessa: forte, determinata, incorruttibile, generosa. Come mi auguro sappiano sempre essere queste due antiche e gloriose Repubbliche a cui dono i miei colori”.

    “Due Leoni per due Repubbliche” è una mostra che unisce idealmente due città che hanno scritto importanti pagine di storia nel mondo dell’arte e dei mercanti – aggiungono Olga Mugnaini e Federica Rotondo, curatrici della mostra – Ma davvero questi fasti, questo patrimonio dell’umanità, possono resistere indenni all’avanzata e all’assedio di tutti coloro che corrono ad ammirare le due antiche Repubbliche? Per quanto ancora i due leoni saranno in grado di continuare a difendere Venezia e Firenze? É il viaggio che Elisabetta Rogai attraverso la sua arte ci invita a intraprendere, accompagnandoci in suggestioni e riflessioni, luci e ombre, colori vivi e spenti, desideri e malinconie”.

    “L’impiego così esperto e, al tempo stesso, inventivo del vino come veicolo espressivo e, in combinazione con esso, un attento esercizio sulla figurazione – chiosa il critico d’arte Luca Nannipieri – ci dicono quanto Rogai s’impegni e s’industri su una strada che, per molti altri artisti contemporanei, è data per sorpassata: la ricerca intorno alla potenzialità del colore e alla potenzialità della figura. Osservando le opere realizzate per l’esposizione veneziana che tematizza due dei simboli di Firenze e Venezia, ovvero i due leoni che detengono, con orgoglio, l’uno il giglio cittadino, l’altro l’iscrizione latina a San Marco, vediamo che i volti e i musi sono precisati nei loro lineamenti, lavorati, ma mai definiti”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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