SAN CASCIANO – Dopo il grande successo sul palco “di casa”, la Compagnia Lavori in Corso SCVP porta in tour “Il Badalucco”, ovvero il riadattamento teatrale de “La Mandragola” di Niccolò Machiavelli.
Oggi, sabato 28 gennaio, l’appuntamento è alle 21 al Cinema Teatro della SocietĂ Filarmonica di San Donato in Poggio.
Il 3 febbraio invece si “scende” a Firenze, alle 20.45 al Teatro del Cestello.
Lo spettacolo nasce in piena pandemia, in un momento in cui siamo rimasti relegati nelle nostre case e nelle loro vicinanze, avvolti dalla paura, dalla solitudine e dalla tristezza.
Ed è proprio in quel periodo, che la necessità di leggerezza, di condivisione e di serenità si è fatta sentire e si è fatta largo in tutti noi.
Allora, come non pensare alla circostanza che anche Niccolò Machiavelli nel ‘500, proprio qui vicino, precisamente a Sant’Andrea in Percussina, si trovò “imprigionato” in un forzato esilio.
Anche lui ebbe il desiderio e la speranza di “far el suo tristo tempo più soave”, ed ecco che proprio in quel piccolo paese, in quel particolare stato del suo animo prese a scrivere “La Mandragola”.
Il Badalucco, inteso come trastullo e passatempo dal Machievelli, vuole essere un ezzo, anche per noi, di conforto e sollievo.
Attraverso il divertimento si sviluppa una storia che vuole farci riflettere sui valori della famiglia, della morale privata, della religione, mettendo in evidenza le debolezze che da sempre accompagnano la vita dell’uomo.
Non a caso questa storia la si può collocare in qualsiasi spazio temporale della storia.
Il Badalucco è ambientato in una piazza di Firenze nel 1922. Callimaco è innamorato di Lucrezia, moglie del dottor Nicia.
Con l’aiuto del fidato domestico Siro, di Donna Liguria personaggio senza scrupoli, passando per gli altri personaggi che ruotano nella vicenda, Callimaco, in veste di dottore luminare, riesce a convincere il dott. Nicia che l’unico modo per avere figli sia di far bere a sua moglie uno sciroppo di Mandragola… .
Note di Regia
“Domani”
Tornare di nuovo con animo lieto.
Riemergere dal fondo per sentire sollievo.
Si riprende la vita,
sottaciuta e sbiadita.
Riassapora l’ebrezza di correre ancora.
Scavalcar ostacoli nuovi.
Avventurarsi in un nuovo domani,
dove speranza e sorriso si sprecano,
riempiono l’aria…
ci rendono umani.
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