SAN CASCIANO – Ritorna l'incubo del 2014, quando la produzione di olio extravergine d'oliva del nostro territorio venne letteralmente azzerata dalla famigerata mosca. A San Casciano come in tutto il Chianti e, allargandosi, come vedremo, a tutta la Toscana.
Dopo la tregua dello scorso anno infatti, l'insetto è tornato prepotentemente a farsi sentire: e già nei giorni scorsi il sistema di monitoraggio messo in piedi dalla Regione Toscana.
Che nel suo ultimo bollettino, emesso l''11 agosto, è decisamente allarmante: "Con le attuali temperature ed una carica produttiva molto variabile – si legge – il rischio permane diffuso su tutto il territorio regionale".
Si parla di una entitù di rischo "molto alto nelle aree delle province costiere e nelle province interne di Pistoia, Firenze Siena e Prato. Medio-alto nell'aretino".
"Il monitoraggio in campo di questa settimana – si prosegue – evidenzia ovodeposizioni in corso, ma come evidenzia il modello fenologia mosca individua nelle ultime due settimane scorsa la fine della prima generazione e con la settimana scorsa/questa settimana l'inizio della seconda. Tale ipotesi appare evidente anche nei dati di ovodeposizione di alcune aree".
"Questa ipotesi – concludono – che può apparire teorica ha una grossa implicazione pratica, infatti nelle prossime due settimane potremmo avere il picco delle ovodeposizioni della seconda generazione e quindi è indispensabile continuare a monitorare gli oliveti".
"La situazione è davvero molto delicata – conferma un agricoltore sancascianese che ci ha portato a vedere nel campo gli effetti documentati dalle foto – Il rischio sta iniziando a diventare davvero molto alto".
di Matteo Pucci
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