PONTEROTTO (SAN CASCIANO) – Nei giorni scorsi la rabbia degli oltre 100 lavoratori Laika a tempo determinato, ai quali è scaduto il contratto il 31 gennaio e che, per il momento, sono a casa.
Una rabbia espressa da alcuni di loro anche in un durissimo documento, diffuso dentro e fuori la fabbrica di autocaravan del Ponterotto (e Sambuca). Sia nei confronti dell’azienda, che delle sigle sindacali.
# Da oggi 105 lavoratori Laika a tempo determinato a casa: tensione e preoccupazione
Ed è proprio una delle sigle sindacali tirate in causa, la Fiom Cgil, a dare pubblicamente le sue risposte. Per bocca del delegato (che segue da tempo anche Laika) Iuri Campofiloni. Con una nota affissa nelle bacheche dentro lo stabilimento.
“La Fiom – dice Campofiloni – in ogni trattativa e di fronte a qualsiasi difficoltĂ , si è sempre battuta in difesa dei posti di lavoro”.
“In Laika – sostiene – come in Giga o in Gkn abbiamo agito insieme alla Rsu per la tenuta occupazionale di tutti i dipendenti: diretti, in appalto, somministrati e a tempo determinato”.
“Precisiamo anche – rimarca – che le uscite che si sono determinate in Laika non sono certo frutto di un accordo ma della crisi del settore automotive, che da tempo ci vede impegnati sia a livello nazionale che territoriale, a spronare il Governo per un piano straordinario d’investimenti, per l’innovazione, l’ambiente e la garanzia dell’occupazione”.
Nel documento affisso sulle bacheche in Laika, Campofiloni e la Fiom ricordano che “grazie all’accordo siglato il 22 dicembre 2020 sono stati possibili l’investimento di 3 milioni di euro la la realizzazione di una nuova linea produttiva alla Sambuca, che ha permesso a Laika di avere 3 linee in 3 fasce di mercato del caravan diverse, alta, media e bassa”.
“La stabilizzazione – prosegue Campofiloni – a gennaio 2021 di 34 lavoratori e l’assunzione di 57 lavoratori a tempo indeterminato provenienti dalla ex Bekaert; 50 passaggi di categoria; interventi di integrazione ad indennitĂ e maggiorazione sui turni”.
Sempre riferendosi all’accordo di fine 2020, Campofiloni e la Fiom ricordano “l’istituzione del bacino che determina una prioritĂ di richiamo al lavoro in base all’anzianitĂ aziendale e alla mansione svolta. E che permette di avere un ascensore oggettivo nel raggiungere, anche non continuativamente, la quota di 24 mesi che fa scattare automaticamente l’assunzione a tempo indeterminato”.
“In Laika – sono ancora le parole di Campofiloni – dall’ingresso del decreto dignitĂ nell’agosto 2018 ad oggi, per effetto di accordi sindacali discussi in assemblea e approvati con voto certificato dai lavoratori, sono stati trasformati a tempo indeterminato complessivamente 202 lavoratori. Ricordiamo inoltre che non sono presenti in azienda nĂ© staff leasing, nĂ© contratti in somministrazione o di altra natura, ma solo dipendenti diretti di Laika”.
“Per effetto dell’accordo di bacino – si precisa ancora – se si sbloccherĂ la situazione della fornitura delle meccaniche, in questo anno solare 50 lavoratori potrebbero maturare i 24 mesi in Laika. In tal caso le assunzioni a tempo indeterminato arriverebbero a 252 e gli altri che ancora non hanno raggiunto i due anni rimarrebbero comunque in graduatoria”.
“L’accordo di bacino – prosegue Campofiloni – garantisce anche il diritto di prelazione a tutti quei lavoratori che avevano contratti in essere prima della crisi di approvvigionamento. In caso di rientro delle materie prime infatti dovranno essere richiamati e non sostituiti con altri. L’applicazione di tale criterio, che subordina la prioritĂ di assunzione ad anzianitĂ aziendale, mansione e area di appartenenza, è verificata dalla comunicazione che l’azienda invia alle organizzazioni sindacali e affigge in bacheca”.
“Infine – conclude – ricordiamo che ogni accordo, come da prassi per la Fiom Cgil, è stato votato e approvato dai lavoratori con voto certificato. L’accordo di bacino scade a luglio: secondo voi se ad agosto non riusciamo a rinnovarlo i lavoratori a tempo determinato staranno meglio o peggio?”.
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