SAN CASCIANO – Si è svolto un incontro davvero speciale ieri, giovedì 24 gennaio, alla scuola primaria "Niccolò Machiavelli" di San Casciano, dove i bambini delle quinte e i ragazzi dell'ultimo anno di una classe della scuola media "Ippolito Nievo" hanno incontrato il rabbino Mauro Kob.
Il rappresentante della comunità ebraica milanese è stato invitato a partecipare all'evento dalla maestra Francesca Marcucci, referente del “Progetto Memoria” della scuola primaria di San Casciano.
Ben 110 bambini, insieme ai 21 ragazzi di terza media, si sono riuniti nell'auditorium della scuola per ascoltare il messaggio e le storie del rabbino, portavoce della comunità ebraica e delle vittime dell'Olocausto.
L'iniziativa, organizzata in occasione del Giorno della Memoria, che ricorrerà domenica prossima in ricordo del settantaquattresimo anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, ha emozionato e indotto alla riflessione tutti i suoi partecipanti.
“Mai più” era scritto sui cartoncini appesi al collo di ciascun bambino e sui disegni dei cartelloni esposti. Poche parole che esprimono con forza il rifiuto delle nuove generazioni all'indifferenza verso l'ingiustizia, la guerra e il razzismo, passato e presente.
“Mai più le atrocità della Shoah – ha detto il rabbino ai bambini – tutti noi nasciamo con dei diritti che dobbiamo sempre difendere. Uno di questi è dire quello che pensiamo, essere liberi di esprimere la nostra opinione se non siamo d'accordo e di confrontarci con gli altri, senza temere ripercussioni”.
“Perché il mondo – ha sottolineato nel suo discorso – è cambiato dalle persone che scelgono di non essere indifferenti alle ingiustizie”.
Per l'occasione i bambini delle classi quinte hanno cantato in coro “Gam Gam”, la canzone di Elie Botbol divenuta uno dei simboli dell'Olocausto e recitato in gruppo la poesia di Primo Levi “Se questo è un uomo”, emblema anch'essa delle vittime del nazifascismo.
Invece, i ragazzi della terza media hanno drammatizzato la storia di Ilse Herlinger Weber, poetessa, musicista e infermiera polacca deportata e uccisa ad Auschwitz nelle camere a gas insieme al figlio.
Secondo le testimonianze la poetessa compose una canzone che insegnò al figlio e agli altri bambini nel campo, esortandoli poi a cantarla durante “la doccia”, per favorire l'inalazione di gas letale e velocizzare la morte.
La stessa canzone, adattata per flauto dalla professoressa Laura Gallenga, è stata suonata dai ragazzi.
In conclusione, l'iniziativa, oltre a manifestare la partecipazione attiva nel “Progetto Memoria” dei bambini e dei ragazzi del comune, ha costituito un'occasione importante di condivisione del ricordo per tutti i presenti, grandi e piccoli.
“Lavoriamo da settembre con i bambini a questo tipo di tematiche – conclude Francesca Marcucci – proponendogli la visione di film, la lettura di libri e la scrittura di poesie per fargli comprendere ciò che è stato e che non deve ripetersi. Il lavoro durerà per tutto l'anno”.
di Cosimo Ballini
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