SAN CASCIANO – Per molti la scuola (in particolare quella superiore) è stata solo un intermezzo, più o meno piacevole, fra l'infanzia e la prima gioventù del lavoro o dell'Università.
Per altri invece è stato un momento fatto di amicizie, legami profondi. Che si mantengono e si coltivano negli anni.
Ne è un esempio la classe che "partì" nel 1964-1965 all'Istituto Tecnico Commerciale "Duca d'Aosta" di Firenze (oggi non esiste più ma all'epoca contava oltre 1.200 alunni), che il 9 aprile scorso, insieme ad altri "trovati per strada" (fra bocciati, trasferiti, semplici accompagnatori…), si è riunita per un pranzo prezzo Villa Borromeo, a San Casciano.
Il "nucleo storico" di questo gruppo (fra di loro si chiamano i "Ducaioli") infatti fece il primo anno insieme nel '64-'65, l'ultimo nel '68-'69. Anni ribollenti, ruggenti, in cui il nostro Paese, il mondo, cambiavano.
Si sono ritrovati in questo aprile 2016. Si sono guardati in faccia, si sono riconosciuti, si sono abbracciati. Fra loro Graziella Benedetti, Patrizio Bevilacqua, Andrea Boninsegni, Daniela Castiglioni, Patrizia Chellini, Grazia Fredducci, Paola Gazzeri, Sonia Gelli, Carla Innocenti, Patrizia Leporatti, Andrea Manetti, Ottavio Maniscalco, Luciano Martelli, Gianfranco Mette, Gabriella Nelli, Gianna Papini, Daniela Pertici, Corinna Pieri, Donato Reale, Susanna Salvadori, Anna Maria Santiccioli, Stefania Stefanelli, Fabrizio Vannuccini.
Già in occasione di una "reunion", nel 2009, avevano scritto questo pseudo-madrigale che trovate qui sotto. Per l'occasione… hanno fatto pure l'aggiunta. E bravi i nostri… "Ducaioli"!
Eran più di trenta, fra quelli di Firenze e quelli di provincia,
i ragazzi in prima C, il giorno in cui la scuola comincia
in quell’Istituto tecnico al “Duca d’Aosta” intitolato,
dagli studenti amato e venerato, poi odiato e contestato.
Era l’anno novecensessantaquattro, eppure sembra ieri,
e nel sessantanove quei ragazzi sono usciti ragionieri;
non tutti però: qualcuno trovò quella scuola una noia
ed ebbe il coraggio di trovare, per altre vie, la gioia
di assecondare le proprie aspirazioni e garantirsi una vita migliore
di quanto quella scuola prospettava: fare conti, tutti i giorni e a tutte l’ore.
Non importa se in banca o in una ditta, in un ente o come professionista
i numeri devon tornare a tutti costi: che “barba” e che il cielo ti assista!
Oggi ci troviamo tutti insieme, dopo 40 anni e passa
e non siamo più quella giovane massa
spensierata e gioiosa di studenti
perché son cominciati acciacchi e mal di denti!
Come non ricordare la Biagi, il Reale o il Martelli,
il Maniscalco, il Palanti, il Boninsegni e la Stefanelli?
C’eran anche la Pagani, il Migneco, la Cheli e la Benedetti,
la Leporatti, il Bevilacqua, l’Innocenti e il Manetti,
senza dimenticar la Gazzeri, la Pertici e la Papini
insieme alla Sivieri, la Castiglioni e la Magherini.
Di una biondina non ricordiam il nome, ma ricordiamo ben la Salvadori,
e per chiudere la strofa e far la rima non riman che metterci il Brunori.
Tanti eravam e l’elenco continua con Santiccioli, Nardino e Gelli
la Nenci, la Bindocci, il Paoli e la Nelli.
Chiudon l’elenco Malaspina, Chellini e Vannuccini
con la Del Corso, il Mette, la Pieri e la Nocentini.
Il nostro pensiero va alla cara e mite Chioatero,
che non è più con noi e non sembra vero,
ma il suo ricordo è vissuto e vivrà con tutti noi
da allora ad oggi e da oggi in poi.
Ristorante Aloisius, 7 marzo 2009
… aggiornamento 2016
Questo pseudo-madrigale fu per l’incontro del duemilanove
e viene ora aggiornato per quelli ch’ erano… non si sa dove!
La biondina nei nostri ricordi ha preso un nome
era la Grazia, e Fredducci faceva di cognome.
Ristorante Villa Borromeo, 9 aprile 2016
di Matteo Pucci
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