SAN CASCIANO – All’ordine del giorno dell’ultimo Consiglio Comunale dello scorso 29 luglio, il gruppo del Partito democratico, insieme alla Lista Volpe Il Cuore Civico di San Casciano, ha posto l’attenzione “sul ritorno di una stagione che pensavamo fosse definitivamente superata: quella dei tagli del governo (per fare cassa) al sistema degli enti locali e delle conseguenze finanziarie che queste avranno sui bilanci comunali, legate a doppio filo ai servizi che l’ente eroga alla cittadinanza”.
“Con la legge 30 dicembre 2023 n.213 – spiega la capogruppo Pd in consiglio comunale, Ketty Niccolini – all’articolo 1, comma 533, è stato previsto a carico degli enti locali un contributo in favore della finanza pubblica di 250 milioni di euro annui a partire dal 2024 fino al 2028, per un totale di 1,25 miliardi complessivi; di questi, 200 milioni a carico dei Comuni e 50 milioni a carico delle Province e delle Città metropolitane”.
“Le risorse sottratte – prosegue – incideranno esclusivamente sulla parte di spesa corrente (quest’anno per 89.786 euro sul bilancio del nostro Comune), riducendo il fondo di solidarietà comunale e pertanto risulteranno molto dolorose per gli enti che hanno ormai pochissimi margini per tale spesa. Infatti, è all’interno di questa voce del bilancio comunale che si trovano le maggiori risorse per il personale (già purtroppo in carenza ed invece essenziale per il funzionamento dell’ente in termini di competenza e fruibilità del servizio al cittadino) e per i servizi in generale (viabilità, scuole, aree verdi e spazi pubblici, ambulatori, teatro, biblioteca, …)”.
“Fratelli d’Italia – incalza – durante la discussione in consiglio comunale ha tenuto a minimizzare l’entità di questi tagli sostenendo che rappresentino solo lo 0,49% della spesa corrente. Affermazione che purtroppo, però, dà l’idea di essere frutto di scarsa consapevolezza e di non conoscenza delle questioni inerenti il bilancio, visto che Fdi, in “buona compagnia” delle altre opposizioni, purtroppo non ha proferito parola nella discussione della salvaguardia degli equilibri di bilancio e del DUP”.
“Malgrado il maldestro tentativo di sminuirli – aggiunge Niccolini – questi nuovi tagli, anche di piccola entità, costringono chi amministra a rinunciare ad ogni possibilità di scegliere politicamente a quali obiettivi destinare le risorse, perché dovendo fornire gli stessi servizi con meno risorse a disposizione si vanno a penalizzare i cittadini, alimentando oltretutto la disparità sociale e riducendo la possibilità di aiutare chi si trova in difficoltà”.
“Ricordiamo che negli ultimi anni – rimarca la capogruppo Dem in consiglio comunale – i bilanci degli enti locali sono stati messi a dura prova dall’aumento di spesa corrente derivata dalla pandemia, dall’impennata dei costi energetici e delle materie prime. Inoltre, questo minor finanziamento al fondo di solidarietà comunale, arriva dopo che il governo ha già provveduto ad azzerare il fondo per il contributo affitti, e le risorse destinate all’edilizia residenziale pubblica fino al 2027”.
“Troppo spesso – ricorda – gli enti locali non sono considerati una parte dello Stato con pari dignità oggettiva rispetto ad altre strutture; questo governo, incapace di recuperare risorse dagli extra profitti o dalle situazioni di forte illegalità, vedendosi in difficoltà economica, per far quadrare i conti delle casse dello Stato, decide di far pesare questa spending review sulle spalle dei Comuni, sull’anello debole, sulla “parte periferica di un corpo che è lo Stato”. I Comuni sono obbligati a recepire la manovra senza poter controbattere, assumendosi la responsabilità di eventuali minori servizi ed aumento delle tariffe perché è a loro che è richiesta la competenza di dover rispondere ai cittadini”.
“Ma c’è di più – dice ancora – è paradossale il criterio adottato per il calcolo dei tagli previsti, che si sviluppa tenendo conto anche della quantità di fondi PNRR utilizzati dai Comuni per gli investimenti sulle proprie strutture (scuole, palestre, centri civici e sportivi,…); in pratica si è deciso di penalizzare gli enti che maggiormente sono riusciti a mettere a terra le risorse trasformandole in progetti. Questo rivela il cinismo e la scorrettezza di un Governo che si dimostra più preoccupato della propria sopravvivenza che dei cittadini e del territorio. Infatti, i Comuni, consapevoli che non avrebbero avuto risorse aggiuntive per la gestione di nuovi servizi, avevano organizzato i propri bilanci per essere pronti, dal 2026, ad erogare più servizi senza incremento della spesa corrente”.
“Invece – esemplifica – cambiando le regole sulle risorse del PNRR in corso d’opera, si possono costruire ad esempio i muri degli asili nido, ma potrebbero non esserci risorse correnti a sufficienza per renderli operativi, non disponendo ad esempio dei fondi necessari per l’attività degli educatori e delle educatrici”.
“Alla luce di tutto questo – conclude – siamo dunque molto preoccupati ed abbiamo espresso la nostra contrarietà nella sede istituzionale del consiglio comunale invitando il sindaco e la giunta con la Città Metropolitana, la Regione e gli altri Comuni ad attivare le azioni necessarie affinché il suddetto piano di spending review, gravemente dannoso sia dal punto di vista economico che sociale, possa essere celermente soppresso fin dalla prossima legge di bilancio”.
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