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giovedì 23 Gennaio 2025
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    Storico macellaio della Coop e volontario della Misericordia: Barberino Tavarnelle ha detto addio a Franco Mori

    Giocava a scacchi, anche a livello nazionale. Pescava. Dipingeva. Andava a cercare i tartufi... . Parenti, ex colleghi, volontari, lo ricordano sul Gazzettino del Chianti

    BARBERINO TAVARNELLE – Tutta la comunità di Barberino Tavarnelle si è stretta in un grande abbraccio intorno alla famiglia nei giorni scorsi, quando si sono tenute le esequie di Franco Mori.

    Franco, 75 anni, era molto conosciuto e benvoluto sia a Tavarnelle che a Barberino. Ha fatto il macellaio alla Coop di Tavarnelle per tanti anni, svolgendo questo lavoro con grande dedizione e meticolosità.

    Una volta andato in pensione, si è dedicato alla campagna. Ha preso in mano la tenuta del suo babbo, a Bonazza, vicino a casa. Tutti i giorni curava la vigna, l’oliveto e le galline.

    La comunità lo porta nel cuore anche per il servizio di volontariato che ha svolto, in modo del tutto spontaneo e disinteressato, per ben trent’anni alla Misericordia di Barberino Tavarnelle.

    Franco era un uomo di una volta. Un grande lavoratore. Silenzioso ma allo stesso tempo gentile e pronto alla battuta. Molto legato alla sua famiglia: alla moglie Anna, ai figli Elisa e Riccardo, ai nipoti, Guido, Gino e Medea.

    Giocava a scacchi, anche a livello nazionale: spesso la domenica partecipava ai tornei, in vari posti in Italia, e Anna lo accompagnava.

    Pescava. Dipingeva. Andava a cercare i tartufi col suo cane, a cui voleva un gran bene.

    ANNA SOCCI

    “Franco era un uomo buono – a parlare è sua cugina, Anna Socci – Riservato e preciso nel suo stile di vita. Pieno di volontà e di energie”.

    “Ha sempre avuto un’attenzione particolare nei miei confronti – ci confida, commossa – Quando sono andata in pensione, ho iniziato a cogliere le olive: mi realizzò uno scaleo su misura. Poi mi ha aiutata nell’orto: mi preparava la terra”.

    “Amava la natura – aggiunge – Si metteva a fumare la sua sigaretta e mi diceva, guardando il suo podere: guarda quanto è bella questa valle. Tutti i giorni montava sul suo pick up e faceva il giro della sua vigna”.

    “Curava il suo terreno con grande meticolosità e creatività – conclude così Anna il suo addio al caro cugino – Raccoglieva le canne di bambù e con queste dava vita a una sorta di mosaico per coprire, per esempio, un muretto rovinato”.

    PIERLUIGI PARTI

    “Ho lavorato con Franco per 26 anni, dal 1978 al 2004, nella “Coop vecchia”, in piazza della Repubblica e prima ancora in via Roma – interviene Pierluigi Parti – La “Coop nuova”, in via La Pira, è stata inaugurata nel 2004, dopo che era andato in pensione”.

    “Lui ha sempre fatto il macellaio (è stato anche caporeparto), io il gastronomo – spiega – Poi c’erano Franco “Masetti” (n.d.r. Giachi), Roberto Panti, Stefania Rosi… . Eravamo come una famiglia”.  

    “Oltre che colleghi, siamo stati anche e soprattutto amici – prosegue – Andavamo a pescare insieme. Mi chiamava e mi diceva: Piero, domani si va a pescare?. La mattinata si concludeva con l’immancabile pranzo”. 

    “Io prendevo sempre più pesci di lui – Pierluigi ricorda, sorridendo, quei bei momenti trascorsi insieme – Lui scuoteva la testa ma non se la prendeva, anzi. Aveva un carattere gioviale, scherzoso. Non c’è mai stata una discussione tra di noi”.

    CONFRATELLI DELLA MISERICORDIA

    “E’ stato uno dei Confratelli storici – la parola passa ai volontari della Misericordia di Barberino Tavarnelle – Inizialmente ci ha aiutato con i trasporti in ambulanza, come dimissioni e ricoveri. Poi, con l’avanzare dell’età, ha preferito guidare la macchina: quindi ha accompagnato i pazienti a fare la dialisi, la radioterapia…”.

    “Era piuttosto taciturno: preferiva il fare al chiacchierare – dicono – Era sempre disponibile: trovava sempre un posticino per la Misericordia. Se lo chiamavamo ed era nella vigna, per quanto la adorasse, lasciava tutto”.

    “Dato che vedeva tanta sofferenza intorno a lui, riteneva una cosa normale aiutare gli altri – così salutano il loro Confratello, che rivivrà per sempre con loro in ogni viaggio in ambulanza – Diceva che riceveva di più di quanto dava”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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