SAN CASCIANO – Della presenza di un tabernacolo al Gantilino (vuoi perché la strada è quasi scomparsa, vuoi perché l’incuria dell’uomo e il bosco intorno lo aveva avvolto dai rovi), sono rimasti in pochi a ricordarsi.
Così, grazie al racconto di qualche anno fa del maestro Enzo Matteuzzi, venuto a mancare, apprendemmo di un episodio avvenuto durante la seconda guerra mondiale, quando il tabernacolo fu preso a colpi di pistola da un soldato tedesco.
Tornando sull’argomento, pochi mesi fa un altro testimone, Giuliano, ci ha descritto quando da bambino si recava in processione soffermandosi di fronte all’immagine della Madonna racchiusa in quel tabernacolo. Ci siamo così messi alla ricerca, non è stato facile ma alla fine lo abbiamo trovato in pessime condizioni.
Ma torniamo alla testimonianza di Giuliano, che abita al Gentilino: "Ormai – ricorda – sono passati tanti anni, ricordo che si trovava poco distante dalla casa chiamata il “Molinuzzo” in fondo a via Gentilino. Fino agli anni ’60 c’era una strada che da Gentilino portava alla chiesa di San Bartolomeo a Faltignano (oggi abbandonata) dove il parroco don Bonardo Lombardi, insieme ai contadini della zona, tra cui la mia famiglia, andava la mattina presto in processione per le “rogazioni”, ovvero la benedizione della campagna".
"Ricordo – prosegue – che una delle tappe era di fronte a questo tabernacolo dove c’era l’immagine di una Madonna in terracotta. Da lì poi ripartivamo per arrivare fino alla cappella di S. Stefano a Petriolo (anche questa oggi sconsacrata). Purtroppo queste memorie andranno perse, non interessa più a nessuno il nostro passato".
E invece noi ci siamo messi alla ricerca del tabernacolo e quando lo abbiamo trovato è stata quasi un’emozione sapere che in quel luogo diverse persone si recavano a pregare o a lasciare dei fiori.
Purtroppo, come documentano le foto, la struttura è in condizioni precarie: una parte è crollata, ma abbiamo deciso lo stesso di cercare di salvare il salvabile, liberandolo dai rovi, da piante che hanno compromesso la sua stabilità, cercando di mettere da una parte pezzi di tegole e sassi distaccatisi.
Ma le sorprese non sono finite: ripulendo abbiamo ritrovato ancora impressi nell’intonaco quei colpi sparati dal soldato tedesco all’interno del tabernacolo, proprio come ci raccontò il maestro Matteuzzi.
La voglia sarebbe quella di poter recuperare questo tabernacolo, ammesso di trovare persone di buona volontà e capaci di adoperare “mestola e calcina” disposte a tenere ancora viva la storia e prima che il bosco lo ricopra ancora dai rovi.
di Antonio Taddei
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