SAN CASCIANO – Sulle scale le foto che ritraggono il momento più nero, il buio dell'incendio che il 29 luglio dello scorso anno devastò la Ugolini, azienda del settore dell'elettronica con sede al Ponterotto. Quelle foto sono e rimarranno lì, a testimonianza di quel che è stato.
Un anno esatto dopo, nel pomeriggio di lunedì 29 luglio, la Ugolini è stata degnamente celebrata per il suo coraggio, la caparbietà, la voglia di non mollare mai: un melograno, segno di prosperità e di buon auspicio, è stato regalato dal presidente di Confindustria Firenze Simone Bettini e da quello della sezione chiantigiana Claudio Tongiani. Subito piantato nel giardino: sullo sfondo, l'ingresso dell'azienda, che dà lavoro a decine di persone.
Un regalo arrivato come sorpresa finale dopo un pomeriggio in cui si è voluto dare un pubblico riconoscimento a questi imprenditori che non hanno mollato nemmeno per un minuto, che avevano già deciso di andare oltre l'ostacolo mentre i vigili del fuoco stavano ancora spegnendo gli ultimi focolai.
A rappresentare il riconoscimento pubblico alla loro caparbietà anche i sindaci del territorio: quello di San Casciano Massimiliano Pescini, di Tavarnelle Sestilio Dirindelli, di Barberino Val d'Elsa Maurizio Semplici, di Greve in Chianti Alberto Bencistà, di Impruneta Alessio Calamandrei.
Visibilmente e comprensibilmente emozionati il fondatore Umberto Ugolini e i due figli, Biancamaria e Simone. Ci sono (ovviamente) anche tutti i dipendenti per questa piccola-grande celebrazione, mentre i sindaci e gli ospiti vengono portati a vedere i reparti.
Qui le attività principali riguardano i led esterni e interni ("Uno dei mercati principali – ci spiega Biancamaria – è quello della Russia, dove recentemente abbiamo illuminato una via intera di Mosca; ma abbiamo appena installato anche i lampioni a led rossi a Maranello, per la Ferrari").
Poi c'è il business autostradale, con la rigenerazione dei telepass. Infine, come una sorta di iniezione di fiducia, dopo dieci anni Ugolini ha riconquistato un cliente come Telecom Italia.
"Un anno fa – dice il presidente degli industriali chiantigiani Claudio Tongiani – il disastro dell'incendio che ha devastato questa importantissima azienda. Oggi diamo testimonianza di quello che qui si è riusciti a fare, con coraggio e fatica. Qua c'è Simone Bettini con me: un anno fa venne subito a portare vicinanza e solidarietà a un amico".
"Un'azienda questa – prosegue Tongiani – ha mantenuto un rapporto costante con la nostra associazione, in una fase anche di grande solidarietà imprenditoriale. Ringraziamo Umberto e la famiglia Ugolini per il loro esempio. Qui ci si è rimboccati le maniche e ci si è rimessi subito all'opera".
"Apprendo molto in questi casi e da queste aziende – prosegue Bettini – venire qui, dove si è messa in campo tutta una famiglia, è una grande lezione che ci viene data a tutti. Un po' come quando ho visitato le aziende terremotate in Emilia Romagna, che al sisma rispondevano con la forza e il sorriso sulla bocca. Fare l'imprenditore è questo: sentirsi addosso un ruolo sociale all'interno di una comunità, che è fatta di persone".
"Quando questo ruolo lo si interpreta bene come la famiglia Ugolini – sottolinea – si dà una vera e propria lezione a tutti. I lavoratori sono bravi e fortunati a poter lavorare qui in questa azienda. Io non dimentico l'odore di quella sera: tornai alcune settimane dopo e mi fece piacere vedere la volontà di ripartire alla svelta. E' questo ciò che differenzia l'imprenditore italiano, il cuore".
"La mia è un'emozione troppo forte – dice con la voce un po' tremante Umberto Ugolini, affiancato dai figli – Un anno fa siamo ripartiti con lo spirito di dire no, non ci si deve fermare, anche perché ho dei collaboratori eccezionali. Chi è stato con me ha visto che ci s'è messo tutto: passione, risorse, energie, dimostrando che non c'è niente che ci possa fermare. Si è imprenditori nella buona e nella cattiva sorte".
Poi la sorpresa, quel melograno piantato davanti all'azienda: con tre generazioni di Ugolini che lo hanno guardato svettare verso il cielo mentre, sullo sfondo, la sera calava sulle vetrate dell'azienda.
di Matteo Pucci
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