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venerdì 29 Marzo 2024
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    Maestria, vitalità, generosità: siamo andati a trovare, nel loro “mondo”, le cucitrici di Bubè

    Franca, Anna, Fiammetta, Palmira hanno oltrepassato gli ottanta anni già da un po'. Ma hanno uno spirito frizzante da ragazzine ed una tenacia invidiabile...

    GRASSINA (BAGNO A RIPOLI) – “Sa che vogliamo fotografare tutti questi lavoretti che abbiamo realizzato, così quando saremo anziane riguardandoli ci ricorderemo di quello che facevamo”.

    Lo dice Palmira, indicando con la mano il tavolo con sopra le loro creazioni.

    Franca, Anna, Fiammetta, Palmira hanno oltrepassato gli ottanta anni già da un po’. Ma hanno uno spirito frizzante da ragazzine ed una tenacia invidiabile: sono una “squadra” e amiche da una vita, oltre che vicine di casa nel quartiere di Bubè, a Grassina.

    Hanno una passione che le accomuna, oltre che le mani d’oro frutto di una conoscenza acquisita da giovanissime come tante coetanee all’epoca: sono sarte e ricamatrici.

    E questa loro capacità l’hanno messa a disposizione della comunità, perché da oltre venticinque anni realizzano manufatti da vendere ai conoscenti, biancheria per la casa e piccole borsette, il cui ricavato viene totalmente devoluto in beneficenza.

    “Abbiamo iniziato partecipando la prima volta tutte insieme nel 1996 ad un mercatino del Calcit – ci racconta ancora Palmira – poi abbiamo continuato, lavorando le stoffe e gli scampoli che ci vengono regalati da chi ci conosce”.

    “E destinando tutto il ricavato in beneficenza – prosegue – ancora al Calcit o anche alla Fratellanza Popolare di Grassina. Le idee non ci mancano”.

    Recentemente si è aggiunta anche Grazia, che abbassa la media dell’età e le aiuta soprattutto negli spostamenti necessari per alcune commissioni.

    “Vorremmo ringraziare tutti quelli che negli anni ci hanno sostenuto e continuano a farlo, acquistando queste cose che cuciamo, come anche chi ci fornisce il materiale” dice Franca.

    “Siamo grate a tutti del loro contributo – tiene a dire – degli apprezzamenti per le nostre cose e della fiducia riposta”.

    Non è solo una missione di volontariato la loro, protagoniste di una solidarietà attiva, è un’importante dimostrazione di quanto le relazioni sociali contrastino l’invecchiamento.

    “Abbiamo così tante cose da fare… .Ognuna di noi lavora a casa propria, poi veniamo qui e ne parliamo, ci confrontiamo sui modelli e sulle idee che abbiamo – raccontano mostrando il garage sotto una delle loro case che è il ritrovo dove ordinatamente tengono organizzate le loro creazioni – Ci vediamo, chiacchieriamo e manteniamo allenata la mente, sennò in casa cosa si fa?”.

    Fino a qualche anno fa partecipavano anche ai mercatini, sempre di beneficenza, che venivano organizzati nel parcheggio antistante le loro case, preparando pure le merende.

    Nel loro “quadrilatero abitativo” vivono gli spazi e i rapporti tra di loro ancora come li vivevano da giovani: nella quotidianità si ritrovano, mettono le chiavi di casa in tasca e scendono nel laboratorio.

    Chi arriva prima e chi dopo, tra i vari impegni di mariti, figli e nipoti: collaborano propositive e fanno progetti. E sorridono alla vita, anche con gli occhi, mentre lo raccontano.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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