BAGNO A RIPOLI – Sala consiliare piena di persone ieri, martedì 17 maggio, per l’incontro sulla sismicità nel territorio fiorentino organizzato dal Comune di Bagno a Ripoli, dal coordinamento comunale di Protezione civile e dal coordinamento del volontariato per fare il punto sui recenti eventi sismici e sulle buone pratiche di prevenzione.
L’iniziativa si è aperta con i saluti del sindaco Francesco Casini e dei sindaci Alessio Calamandrei di Impruneta, Roberto Ciappi di San Casciano, Paolo Sottani di Greve in Chianti e David Baroncelli di Barberino Tavarnelle.
Presenti i referenti della Protezione civile comunale Leonardo Ermini e Roberto Fanfani, l’assessore alla protezione civile Francesco Pignotti e il mondo del volontariato e dell’associazionismo.
A prendere la parola sono stati in particolare il professor Elvezio Galanti, docente dell’Università di Firenze e già direttore del Dipartimento nazionale di Protezione civile, e il professor Gilberto Saccorotti dell’Istituto nazionale di geofisica a vulcanologia.
Saccorotti ha ripercorso la storia e le peculiarità dei terremoti nell’area fiorentina, a partire dal sisma del 18 maggio 1895, di cui oggi ricorre l’anniversario, fino a quello del 1959, un terremoto “dimenticato” di cui si era persa memoria e di nuovo oggetto di studio, che provocò notevoli danni anche sul territorio ripolese, nelle zone di Mondeggi-Lappeggi.
“Fino ad oggi – ha spiegato Saccorotti – dalla prima scossa sono stati registrati 218 eventi sismici localizzati, raggruppati in un’area di pochi Km quadri, molto concentrati, con 4 eventi principali”.
“Lo sciame – ha precisato – non è indicatore del fatto che la terra si stia “sfogando”, e non è precursore di qualcosa di sicuramente catastrofico. Ci auguriamo che il fenomeno sismico di queste settimane sia terminato, stiamo ancora seguendo con attenzione la situazione”.
A maggior ragione per questo motivo la prevenzione, individuale e collettiva, risulta quanto mai importante. Un aspetto sottolineato dal professor Elvezio Galanti.
“La domanda-guida per studiosi e istituzioni deve essere: come riuscire a tradurre le conoscenze scientifiche di cui disponiamo in strumenti concreti di prevenzione per i cittadini?” ha domandato il professor Galanti.
“Per quanto riguarda i nostri edifici – ha affermato Galanti – preoccupa sapere che il 70% delle costruzioni in Italia sia precedente alle normative antisismiche del 1980, post terremoto in Irpinia”.
“Sul tema dell’adeguamento delle abitazioni – ha incalzano – serve maggiore attenzione da parte di tutti, bisogna avere più cura della propria casa, mentre il paradosso è che più passa il tempo più siamo disattenti all’adeguamento alle norme antisismiche”.
“Bisognerebbe smettere di rincorrere gli eventi – ha concluso – con norme contingenti e imparare ad agire prima”.
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