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sabato 20 Aprile 2024
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    Residui pesticidi nelle acque: i dati sulla Toscana fanno esplodere la questione

    Se ne era parlato anche nelle scorse settimane nel Chianti con uno scontro acceso fra Alberto Bencistà e Sandro Piccini (Cia)

    TOSCANA – Nei giorni scorsi il tema dell'uso di fitofarmaci e pesticidi nel Chianti era stato al centro di un acceso scambio di opinioni, proprio sul Gazzettino del Chianti, fra l'ex sindaco grevigiano Alberto Bencistà e il direttore della Cia Firenze-Prato Sandro Piccini, oltre che di una lunga e articolata riflessione del M5S di Greve in Chianti.

     

    Adesso che i dati sui monitoraggi delle acque superficiali e sotterranee, nel Rapporto nazionale pesticidi, danno la maglia nera alla Toscana, la situazione da rovente diventerà esplosiva. In particolare nel territorio chiantigiano dove, da tempo, questo è anche terreno di prodonde spaccature politiche.

     

    "I dati riportati nel Rapporto nazionale pesticidi sono corretti perché ricavati da banche dati alimentate con i risultati dei monitoraggi effettuati sulle acque superficiali e sotterranee dalle Agenzie ambientali. Ma un chiarimento è doveroso per non ingenerare inutili allarmismi: se la Toscana risulta 'penalizzata' è perché la nostra Regione è stata tra quelle più virtuose a mettere in campo strategie di indagine attente e rigorose".

     

    A parlare è l'assessore regionale all'ambiente Federica Fratoni: al centro della sua riflessione i dati del rapporto nazionale pesticidi nelle acque di ISPRA edizione 2016 riferito ai risultati del biennio di monitoraggio 2013-2014, che assegna alla Toscana una posizione fra le peggiori nella classifica della contaminazione delle acque da pesticidi in Italia.

     

    "Quando il rapporto parla del 90 per cento dei punti di monitoraggio di acque superficiali contaminati in Toscana – si spiega – si riferisce a quelli investigati da ARPAT per la ricerca dei residui di pesticidi, che sono circa 90 su un totale di 230, selezionati, come indicato dalla normativa, valutando le aree a maggior rischio".

     

    "Dei 90 punti – si dice ancora dalla Regione – circa 80 risultano in effetti interessati dalla presenza di residui di pesticidi: si tratta quindi di circa il 35 per cento dei punti di monitoraggio delle acque superficiali. In Toscana i risultati del monitoraggio condotto da ARPAT nel 2015 confermano una diffusa presenza di residui di fitofarmaci nelle acque, più accentuata nelle acque superficiali (circa il 50% dei campioni analizzati presenta residui rilevabili di queste sostanze) che in quelle sotterranee (circa 25%)".

     

    "Tuttavia – si evidenzia – le concentrazioni di pesticidi sono mediamente basse: ad esempio soltanto 10% dei campioni di acque superficiali e il 5% dei campioni di acque sotterranee presenta concentrazioni di pesticidi maggiori o uguali a 0,1 µg/L, valore che rappresenta il limite di legge per la qualità delle acque potabili. Solo poco più del 10% dei corpi idrici monitorati non raggiunge l'obiettivo di qualità indicato dall'Unione Europea per la presenza sopra soglia dei pesticidi".

     

    Di tutt'altro avviso la Lega Nord: "Il settore agroalimentare toscano è una punta di diamamte della nostra economia – dicono dalla segreteria provinciale del Carroccio – pertanto non può non allarmare l'uso massivo di diserbanti cancerogeni, come il glifosato che negli ultimi anni ha visto un'impennata. È bene ricordare che l'uso del glifosato nel verde pubblico e privato è stato saggiamente vietato al fine di tutelare la salute dei cittadini: questo segnale dovrebbe chiarire la pericolosità del diserbante in questione".

     

    "Anche in vista dell'entrata in vigore del TTIP – evidenziano – che potrebbe permettere a prodotti OGM ricolmi di pesticidi e diserbanti, di invadere il mercato europeo, ribadiamo che è necessario come mai prima d'ora tutelare e sostenere le nostre produzioni agroalimentari di nicchia già penalizzata sul piano quantitativo che rischia di vedersene travolta".

     

    "Nel Chianti tutto bio – domanda la Lega Nord – ci si sta muovendo in tal senso o si temporeggia e si resta a guardare? In alternativa ci sentiamo di proporre una maggiore tutela dell'agricoltura biologica e dei sistemi di coltura che non prevedano il ricorso a dosi massive di diserbanti".

     

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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