IMPRUNETA – "E’ giunto il momento della riapertura delle scuole anche nel comune di Impruneta. Settembre 2015: è arrivato e per molti ragazzi è tempo di ritornare sui banchi. Molti di loro dovrebbero poterlo fare nella nuova mirabolante struttura costruita alla terza piazza, stando ai proclami dell’amministrazione comunale di oltre un anno fa. Invece, delle nuove scuole (nella zona dei Sassi Neri, in foto) neanche l’ombra".
Il Collettivo Giovani Impruneta critica pesantemente la politica-scuole della giunta guidata dal sindaco Alessio Calamandrei. E lo fa con durezza e usando anche l'arma dell'ironia.
"Quando a maggio 2014 – proseguono – il sindaco Calamandrei incontrò la cittadinanza nelle farsesche assemblee pubbliche e consigli comunali aperti, promise che per settembre dell’anno venturo le nuove strutture scolastiche sarebbero state pronte: veniva chiesto alle famiglie il sacrificio di un’annata, con l’assicurazione che questo sarebbe stato ripagato entro dodici mesi da nuovi edifici per i loro figli".
"Niente di tutto ciò è stato fatto, chiaramente – rimarcano – Non che la cosa ci stupisca, siamo sicuri anche che niente sarà pronto nemmeno per settembre 2016, nuova data annunciata dal sindaco alla presentazione dei progetti preliminari, nel giugno scorso, per l’ultimazione almeno della materna. Le parole udite da noi e da tanti altri imprunetini nel 2014 si presentano come le ennesime balle raccontate da questa amministrazione".
Perché, dicono dal Collettivo, "è stata stravolta la geografia e l’organizzazione dei plessi scolastici comunali, i ragazzi delle medie del capoluogo sono stati costretti ad emigrare per un anno a Tavarnuzze, a quale scopo? Quello di ritrovare, dodici mesi dopo, la stessa situazione di emergenza".
"Le medie – ricordano – torneranno dove erano, in piazza Nova, e le elementari faranno lo stesso risistemandosi alla Paolieri, dove troveranno chiaramente i bambini della scuola materna, in una situazione di disagio che stride molto con le tante favole dei nostri amministratori sulla necessità di scuole adatte ad una “didattica moderna”. Il vecchio asilo di via Roma è stato chiuso con la scusa di dover affrontare costi eccessivi per il tetto e lo scannafosso: sarà trasformato in edificio residenziale, per la gioia di futuri palazzinari, e per la rabbia di tanti imprunetini di ogni età, che vedono ogni giorno sempre più cadere a pezzi una struttura in cui hanno trascorso tre anni della loro infanzia".
"Dulcis in fundo – continuano – i fondi con i quali dovrebbe essere realizzata la nuova materna sono avvolti dal mistero, vista la situazione oscura in cui si trova la fornace Pesci Spa finanziatrice dell’opera; il Comune deve ancora chiarire se essa possegga i requisiti di trasparenza e solidità finanziaria, come richiesto dal consigliere comunale di Obiettivo Comune Roberto Viti, autore di un’indagine approfondita sulla questione; Viti inoltre ha messo in luce come la Pesci Spa sia nata nel 2012 per conferimento di beni dalla Pesci Srl, dichiarata fallita nel maggio 2015".
"Non possiamo dunque alla luce di tutto ciò non chiedere al sindaco e alla giunta – chiedono – di ammettere il completo fallimento del proprio piano scuole; non possiamo non chiedere a costoro di chiedere scusa al paese per le bugie raccontate, per l’arroganza dimostrata e per le decisioni scellerate che hanno distrutto le scuole imprunetine, creando un’emergenza che prima di questa catena di follie riguardava solo le scuole medie del capoluogo".
"Oggi l’emergenza è totale – concludono – Quando non si hanno né i mezzi né le certezze per intraprende nuovi esagerati progetti, bisogna pensare a mantenere quello che si ha. Adesso, oltre a non avere niente di nuovo costruito, parte di quello che prima c’era è stato distrutto. E, da aggiungersi al danno, la beffa di essere stati presi per il naso da chi dovrebbe pensare al bene comune".
di Redazione
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