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venerdì 26 Aprile 2024
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    Il gruppo di genitori della 1 C della “Redi” non ci sta: e replica alla preside rilanciando le critiche

    "Meno comprensibile è l'atteggiamento paternalistico che ci riserva dall'alto del suo ruolo, le mancate risposte ai nostri numerosi tentativi di interlocuzione e l'impossibilità di contattarla"

    Gentilissima Professoressa Rainaldi,

    La ringraziamo per la Sua celere risposta e siamo felici che abbia trovato del tempo per noi.

    Non abbiamo mai messo in dubbio il lavoro da Lei svolto in qualità di DS e sappiamo bene quanto la scuola sia stata sovraccaricata anche di compiti non di sua pertinenza, visto il periodo storico, ma del resto ogni settore sconta la fase emergenziale, alcuni di noi sono operatori sanitari e sappiamo bene cosa voglia dire continuare a dare risposte anche quando completamente sotto organico.

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    Abbiamo attentamente letto la sua risposta, alla quale vogliamo replicare punto per punto, pronti anche ad un eventuale confronto a voce.

    Francamente ci sembra poco appropriato e di cattivo gusto paragonare questioni legittime quali quelle da noi sollevate, in qualità di genitori esercenti la patria potestà sui propri figli, a problemi di natura etica o geopolitica su scala globale (la pace nel mondo, la crisi economica o l’aumento delle patologie psichiatriche in età evolutiva), quasi a banalizzare o ridicolizzare ogni nostra argomentazione.

    Ci spiace apprendere che la lettera non Le sia stata chiara nei modi, sicuramente decisi, in parte provocatori, ma mai offensivi, e soprattutto nei contenuti, poiché riportava fatti incontrovertibili ossia che nella nostra scuola (o perlomeno in alcune classi, tra cui la nostra) dal rientro dopo le vacanze natalizie, indipendentemente dal “regime sanitario” in cui fossimo (autosorveglianza o regime ordinario) è stato consentito di consumare una sola merenda, quella all’aperto (per la classe 1 C alle h 12).

    Alle nostre numerose sollecitazioni e richieste di spiegazioni che sono partite subito
    dopo le vacanze di Natale, Lei ha opposto un silenzio tombale, neanche avessimo avuto a che fare con il Ministero in persona.

    Le uniche persone con cui abbiamo avuto la possibilità di avere un confronto su tale tema sono state la Vicaria dell’Istituto e la Coordinatrice della nostra classe.

    Ci sorprende alquanto, inoltre, venire a sapere che Lei non fosse informata del fatto che era stata sospesa per gli studenti la possibilità di fare la merenda in classe (ossia in luogo chiuso).

    Lei scrive, citiamo testualmente “è stato mai proibito a qualche alunno di consumare una o più merende? È mai successo che a qualche alunno del nostro Istituto sia stato vietato di soddisfare il desiderio della merenda? Non che io sappia…”.

    La risposta alle sue domande è ovviamente affermativa. Dunque, da una parte Lei afferma che non solo non ne era informata e che non era stata presa alcuna decisione in questo senso da parte del collegio docenti, dall’altra arriva persino a mettere in dubbio una prassi consolidata, quale quella della consumazione delle 2 merende durante le 2 ricreazioni previste per la giornata scolastica di 6 ore.

    Addirittura chiede a noi genitori in quale regolamento sia scritto che gli alunni debbano fare 2 merende, come a voler sottintendere che questa procedura possa essere rivista e ritrattata senza motivazione alcuna.

    Bene, non sappiamo se esiste un regolamento interno alla scuola che lo preveda esplicitamente, ma vogliamo sperare che non stia mettendo in dubbio che la consumazione di 2 merende all’interno della Scuola Redi è prassi consolidata negli anni ed aver sospeso una delle 2 merende è stato stravolgere una salda consuetudine.

    Leggendo le sue parole pare quasi che questo sia del tutto casuale.

    Tornando alla catena degli eventi, la informiamo che è stata proprio la Coordinatrice di classe, a comunicarci, in data 7 gennaio, a mezzo Whatsapp tramite la rappresentante di classe, che a partire dal 10/1/2022, la merenda in classe sarebbe stata sospesa.

    Citiamo testualmente il testo del messaggio: “Devo comunicare inoltre che per garantire la sicurezza degli studenti/studentesse verrà consentito di consumare la merenda solo all’aperto, ovvero la seconda ricreazione per la classe 1 C”.

    Dobbiamo dunque pensare che tale decisione sia stata presa in maniera autonoma dalla Coordinatrice? Conoscendo la Prof.ssa non crediamo proprio.

    Peccato che ad un successivo confronto avuto, in una diretta zoom del 28 gennaio alle ore 17 alla quale era presente anche l’altro rappresentante di classe, la stessa Coordinatrice, alle nostre rimostranze circa la prosecuzione della sospensione della possibilità di consumare la merenda in classe, al di fuori del regime di autosorveglianza, abbia riconfermato e ribadito che tale misura era stata frutto di una decisione del collegio docenti e che veniva imposta in nome del principio di “massima precauzione”.

    Stessa affermazione è stata ribadita dalla Vicaria dell’Istituto, nel colloquio che la rappresentante di classe ha avuto il giorno 17 febbraio alle ore 13.16.

    In tale occasione la Vicaria ha dichiarato che la limitazione della consumazione del pasto al chiuso, era stata una decisione unanime, presa dal collegio docenti.

    In quel confronto con la Vicaria, abbiamo cercato di far emergere le criticità che l’adozione di questa misura comportava (ad esempio cefalea per verosimile calo ipoglicemico, diminuzione delle capacità di attenzione, nonché una generale ripercussione sui ritmi biologici e fisiologici dei bambini).

    Poiché facendo un’unica merenda alle h12, sbilanciata sul finire della giornata scolastica, merenda spesso più cospicua del solito visto il digiuno imposto sino a quell’ora, ne conseguiva per i bambini (o almeno una parte di essi) una diminuzione del regolare introito alimentare del pranzo delle 14 circa, con ripercussioni negative in termini dei ritmi alimentari e anche del ritmo sonno-veglia.

    La Vicaria dell’IC si è però mostrata assolutamente ferma e netta sulla decisione di proseguire tale linea indipendentemente dal regime di autosorveglianza, nonostante ciò fosse in evidente contrasto con le linee guida governative, invocando sempre il principio di massima precauzione e riferendo inoltre che la cosa sarebbe probabilmente stata ridiscussa di lì a breve, in un nuovo collegio docenti, ai fini del recupero di una situazione di normalità.

    Pertanto cosa dobbiamo pensare? Che anche in questo caso la Vicaria abbia agito di sua iniziativa? Delle due l’una: o Lei in qualità di DS non era informata e entrambe le altre figure coinvolte hanno agito senza interpellarLa e senza la Sua autorizzazione o Lei era ben informata di cosa accadeva a scuola ma ha ritenuto che la decisione presa fosse quella più giusta.

    Andando avanti, Lei accusa noi di aver riportato falsità e inesattezze, ma in realtà è Lei che dice inesattezze nel momento in cui, citando la nota ministeriale n.11 dell’8/1/2022, (che tra l’altro non è detto neanche sia più in vigore perché nel frattempo superata dal DL successivo 4/2/2022) omette di riportare che la raccomandazione di “non consumare pasti a scuola a meno che non possa essere mantenuta una distanza interpersonale di almeno due metri” è prevista soltanto in presenza di un solo caso di positività della classe e dunque nel regime di autosorveglianza.

    Quindi, intanto questa misura ha il carattere della raccomandazione e non dell’obbligo.

    Secondo di poi, la nota ministeriale non prevede che tale misura debba o possa protrarsi oltre tale periodo. Ci chiediamo, quindi, perché Lei in qualità di Dirigente nel rispondere non solo a noi genitori firmatari ma a tutti i genitori della classe 1C, abbia dimenticato di riportare proprio la parte saliente della nota ministeriale relativa alla durata di tale misura restrittiva.

    L’estensione della misura restrittiva è proprio la questione da noi sollevata, quella per cui noi chiedevamo spiegazioni e per la quale ci sarebbe piaciuto avere un confronto diretto con Lei.

    Avremmo gradito un confronto diretto in merito anche alla seconda criticità da noi riscontrata, riguardante la ricostruzione della catena dei positivi dalla quale si fanno discendere le misure di contenimento della pandemia.

    Avremmo voluto portare alla Sua attenzione che la nota ministeriale n. 1218 del 6/11/2021 (salvo ulteriori modifiche intervenute nel frattempo), prevede che siano presi in considerazione “i contatti intervenuti nelle 48 ore prima dell’insorgenza dei sintomi (…), oppure nelle 48 ore antecedenti la data dell’esecuzione del test risultato positivo” e non oltre.

    Non si può, insomma, estendere la ricerca dei contatti oltre i due giorni antecedenti la comparsa dei sintomi o l’esecuzione del test risultato positivo di un qualsivoglia alunno.

    Dunque, sono stati fatti errori nel conteggio e nella ricostruzione della catena dei positivi andando oltre le 48h previste dalla nota ministeriale, sono stati considerati come contatti stretti, bambini che non frequentavano la scuola da oltre 5 giorni e che si erano positivizzati a casa durante la quarantena dei genitori.

    Questo si è tradotto per alcuni studenti in periodi interminabili di quarantena, obbligati alla DAD quando invece avrebbero potuto regolarmente frequentare la scuola, in regime di autosorveglianza.

    Inoltre vorremmo segnalare il caso specifico, verificatosi in data 27/1, quando con un semplice messaggio whatsapp delle ore 8.06 da parte della Coordinatrice la classe veniva messa in DDI.

    Da qui è facile intuire che per i bambini e per le loro famiglie ciò ha rappresentato un danno in termini di giorni di scuola e di socializzazione persi.

    Nonostante tutto non è mai mancata la collaborazione delle famiglie che hanno agito sulla fiducia di una comunicazione non ufficiale e anche nel caso specifico del 27/1 nessuna famiglia si è sottratta andando a riprendere i propri figli 5 minuti dopo l’ingresso a scuola.

    Questo certamente ci siamo permessi di farvi notare.

    Ma nonostante tutto, nessuno ha MAI messo in dubbio, che la scuola sia stata lasciata da sola a fronteggiare un’onda d’urto gigantesca e che commettere errori in quella fase fosse più che comprensibile.

    Quello che diviene meno comprensibile è l’atteggiamento paternalistico che Lei ci riserva dall’alto del suo ruolo (“Non ci divertiamo ad infliggere provvedimenti di quarantena..” e chi
    l’ha mai pensato! Vorremmo anche vedere!), le mancate risposte ai nostri numerosi tentativi di interlocuzione (che siamo pronti a documentare uno per uno) e l’impossibilità di contattarla per avere chiarimenti su questioni che a noi stavano e stanno evidentemente tuttora molto a cuore.

    Noi non abbiamo MAI messo in dubbio l’operato del corpo docente, che ci legge in copia, al quale tutti i giorni affidiamo i nostri figli per aiutarli a crescere e diventare Grandi, ma come genitori ci sentiamo in dovere di ascoltarli, supportarli e segnalare se certe dinamiche scolastiche creano loro disagio.

    Nonostante tutto speriamo che sia chiaro il messaggio che rimaniamo aperti e disponibili al dialogo e al confronto, che possa essere costruttivo confidando che possa avvenire nella massima serenità, trasparenza e rispetto tra le parti.

    Non era certo nostra intenzione mancare di rispetto a Lei né tantomeno all’intero corpo docenti, dal momento che abbiamo solo chiesto il rispetto della normativa in atto.

    Certi dell’attenzione e del tempo che vorrà dedicarci, la salutiamo cordialmente.

    I genitori firmatari della I^C della scuola “Redi”

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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