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sabato 20 Settembre 2025
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    Archeologia pubblica: a Poggio la Croce due tombe e una stele etrusca con il nome del defunto

    Interventi di valorizzazione nell'ambito di un accordo stipulato da Soprintendenza, Comune di San Casciano, Famiglia Antinori e SocietĂ  Italiana Archeologia Mediterranea

    POGGIO LA CROCE (SAN CASCIANO) – Il viaggio nel tempo alla ricerca delle radici millenarie del Chianti e le opportunitĂ  di conoscenza veicolate dall’archeologia pubblica continuano a stupire e a portare alla luce nuove testimonianze, nuove tracce di insediamenti che spaziano dalla storia e dalla cultura etrusca a quella ellenistica.

    Il territorio di San Casciano si arricchisce di un percorso archeologico e un itinerario naturalistico inedito volto al recupero, al restauro e alla valorizzazione di un sito archeologico sconosciuto e per la prima volta “musealizzato” e reso fruibile e accessibile ai visitatori.

    E’ l’area archeologica di Poggio la Croce, situata nei pressi della localitĂ  Valigondoli, tra San Casciano e Greve in Chianti, emersa da una stagione di indagini e campagne di scavo lunga dieci anni.

    A presentare il progetto sono stati l’archeologo Michele Bueno, funzionario della Soprintendenza archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la CittĂ  Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato; il sindaco del Comune di San Casciano Roberto Ciappi; i volontari appassionati di archeologia Gianfranco Rovida e Rosanna Bernardeschi, rispettivamente presidente e vicepresidente della SocietĂ  Italiana Archeologia Mediterranea che hanno collaborato con la Soprintendenza negli anni passati

    Le ricerche hanno consentito di portare alla luce due tombe etrusche e le strutture di un successivo insediamento di altura fortificato.

    I reperti rinvenuti, tra cui una stele con iscrizione etrusca, sono esposti nel Museo Ghelli di San Casciano.

    La particolaritĂ  della stele consiste nel fatto che essa riporta il nome del defunto cui è dedicata l’antica epigrafe: un misterioso “Mi Mamarke”, un uomo vissuto nel VI secolo a. C. Il nome è scritto in alfabeto etrusco con caratteri centro settentrionali.

    “Si tratta di un’area molto importante per la conoscenza della storia dell’Etruria centro -settentrionale, spiega l’archeologo Michele Bueno – frequentata in antichitĂ  dall’etĂ  etrusca arcaica, tra il VII-VI sec. a.C., all’etĂ  ellenistica dal IV al III sec. a.C. Il valore del sito, per la prima volta inserito in un percorso didattico, è rafforzato dall’area di pregio naturalistica in cui è collocato”.

    “In origine – continua l’archeologo – Poggio la Croce era una necropoli poi si trasformò in un insediamento caratterizzato dalla presenza umana, un villaggio circondato da mura con strutture produttive per la fusione dei metalli”.

    Per il sindaco di San Casciano quello di Poggio la Croce “è un percorso museale a cielo aperto che mira alla valorizzazione e alla fruizione culturale del territorio, e si aggiunge al prestigioso sito della Tomba dell’Arciere nei pressi della frazione di Montefiridolfi”.

    “Consentendo dunque – aggiunge – l’ampliamento del progetto di archeologia diffusa del Comune di San Casciano in dialogo con il Museo Ghelli che conserva i reperti rinvenuti in tali aree. Il sito di Poggio la Croce, corredato anche di tavoli e panche per le visite del pubblico, si inserisce nella mappatura delle aree libere all’accesso ed entrerĂ  a far parte della rete sentieristica ufficiale del territorio”.

    Il complesso degli interventi realizzati per la valorizzazione e la conservazione dell’area archeologica e delle strutture etrusco-ellenistiche, è frutto di una rete di collaborazione e di un un accordo sottoscritto dalla Soprintendenza archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la CittĂ  Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato, dal Comune di San Casciano, la Famiglia Antinori e la SocietĂ  Italiana Archeologia Mediterranea che hanno collaborato con la Soprintendenza negli anni passati.

    Gli interventi di cui sopra sono stati suddivisi in due lotti.

    Il primo ha riguardato gli interventi di messa in sicurezza, la pulizia generale dell’area di cantiere, l’attivitĂ  di scavo archeologico al fine di integrare il rilievo topografico dell’area e documentare le strutture archeologiche, con particolare riferimento alle strutture ubicate sul pianoro tra cui l’aggere difensivo, la tomba a tumulo e l’edificio quadrangolare che aveva funzioni pubbliche.

    Il secondo lotto ha previsto la realizzazione di un percorso di fruizione attraverso l’allestimento di un sentiero attrezzato e corredato di pannellistica didattica.

    I lavori sono stati realizzati dalla ditta Piacenti di Prato.

    LE VISITE GUIDATE

    Per illustrare l’area nella sua trasformazione nel corso del tempo, dal primo insediamento etrusco alla fase ellenistica, è stata organizzata una doppia visita guidata, in programma il 20 settembre alle ore 10.30 e il 18 ottobre alle ore 15.

    L’evento è stato organizzato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la CittĂ  Metropolitana di Firenze e la provincia di Prato, in collaborazione con la Famiglia Antinori, il Comune di San Casciano, la SocietĂ  Italiana Archeologia Mediterranea (SIAM) e il Sistema Museale Chianti e Valdarno.

    • Dove: Poggio alla Croce (San Casciano). Ritrovo alla partenza del sentiero nei pressi dell’Azienda Solatione Winery (lungo la Strada Provinciale 118).

    • Massimo 30 partecipanti.

    • Prenotazione obbligatoria inviando una mail a museo@comune.san-casciano-val-di-pesa.fi.it.

    • Per informazioni: 0558256385.

    • Per la visita si consigliano scarpe comode (preferibilmente da trekking).

    LE CARATTERISTICHE DEL SITO

    Il sito archeologico di Poggio la Croce è situato in una posizione strategica sul rilievo che domina la valle della Greve e la valle della Pesa ed è stato frequentato in antichitĂ  dall’etĂ  etrusca arcaica (VII-VI sec. a.C.) all’etĂ  ellenistica (IV-III sec. a.C.).

    Tra il 1997 e il 2014 la Soprintendenza ha condotto una serie di campagne di scavo archeologico in collaborazione con gli archeologi volontari della SocietĂ  Italiana Archeologia Mediterranea (SIAM).

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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