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sabato 20 Aprile 2024
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    Diffamazione Francesco Calamandrei, Fox assolta. La figlia: “Continuerò a battermi”

    Tanta rabbia: "Esterrefatta. Mio padre sospettabile nonostante l'incontrovertibile verdetto assolutorio?"

    SAN CASCIANO – C’è un misto di dispiacere, profondo, e di rabbia incontenibile nelle parole di Francesca Calamandrei, in seguito all’assoluzione di Fox  (nel processo di appello) dall’accusa di aver diffamato suo padre, Francesco Calamandrei, con la sua serie sul Mostro di Firenze. Una sentenza che ha confermato quella di primo grado, emessa nel 2016.

    “La Fox è stata assolta in appello per il serial “Il Mostro di Firenze” – dice Francesca al Gazzettino del Chianti – ed io voglio spiegare bene perché sono esterrefatta: non si tratta più solo del fatto che per me abbiano diffamato la figura di mio padre nella fiction, a questo punto ancora più grave è la motivazione del giudice di primo grado”.

    La ricorda Francesca quella motivazione: “Dialoghi ed immagini che creano un contesto che può essere senz’altro vero quanto alla rappresentazione dell’ex farmacista di San Casciano quale persona ancora oggi sospettabile di essere tra i soggetti ispiratori di diversi duplici omicidi, nonostante l’incontrovertibile verdetto assolutorio”.

    “Ma come – si chiede – sospettabile nonostante l’incontrovertibile verdetto assolutorio! Sono delusa e amareggiata, un altro schiaffo da questa ignobile vicenda, che ha distrutto la mia famiglia”.

    “A quanto pare – ricorda – a poco vale la sentenza De Luca di assoluzione di mio padre perché il fatto non sussiste del 21 maggio 2008 che così concludeva: “Occorre innanzitutto evidenziare come la prospettazione accusatoria cada in una serie di sillogismi che mancano di una base logica e, soprattutto, che non presentano alcun significativo riscontro oggettivo, ognuno di loro essendo risultato non provato da quello presupposto o successivo… . Deve, in conclusione, evidenziarsi, ricollegandosi a quanto sopra riportato circa l’enucleazione dei concetti di prova, indizio, congettura o sospetto e del principio, oramai consacralo anche nel codice di rito, secondo cui debba essere pronunciala sentenza di condanna solo al di là di ogni ragionevole dubbio, che nel caso di specie certamente quest’ultima soglia non appare non solo superata ma nemmeno sfiorata…”.

    “Come lo spiego ai miei figli? – domanda Francesca – Forse devo dirgli appunto che il giudice ha deciso perché ha visto la serie della Fox, ma non ha letto la sentenza? A questo punto non posso che aspettare di leggere le nuove motivazioni della sentenza d’appello. Così magari mi spiegano anche perché il pubblico ministero Canessa è stato diffamato dalla fiction, ma il Calamandrei no”.

    “Non tutti potranno mai leggere gli atti delle indagini e dei processi – conclude – e capire fino in fondo quante assurdità senza prove e riscontri sono state dette a discapito di mio padre. E io continuerò a combattere per il suo onore perché non posso arrendermi al fatto che “sia stato trascinato ancora dentro questa vicenda kafkiana”, tanto per usare ancora parole della sentenza del giudice De Luca per definire questa storia del mostro di Firenze”.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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