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martedì 16 Settembre 2025
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    “Non possiamo iniziare senza pensare ai bambini massacrati”: a San Casciano primo giorno di medie con riflessione dei docenti

    Letto dalla dirigente scolastica, davanti a bambini di prima media e genitori, un documento condiviso dal collegio dei docenti: "Non possiamo iniziare il nostro lavoro educativo facendo finta di niente"

    SAN CASCIANO – Primo giorno di scuola oggi, lunedì 15 settembre, come in tanti altri Istituti Comprensivi, anche per ragazze e ragazzi del primo anno di scuola media inferiore, a San Casciano.

    Nella palestra della scuola “Ippolito Nievo” si sono radunati tutti, alunne, alunni, familiari, prima della lettura delle classi (dalla A alla F) con l’affidamento dei gruppi ai rispettivi gruppi di insegnanti.

    Prima della “formazione” delle classi però, c’è stato il saluto del sindaco, Roberto Ciappi.

    Ma, soprattutto, c’è stata la lettura, da parte della dirigente scolastica Michela Ragionieri, di un documento condiviso dall’intero collegio dei docenti. Seguito da un minuto di silenzio.

    Documento che riportiamo qui di seguito. Al quale la redazione del Gazzettino del Chianti, per quel che possa valere, si associa in pieno.

    Esiste un gruppo di insegnanti, di ogni ordine di scuola, che si sono attivati in vario modo
    e a vario titolo per informare e agire per la libertà e per la giustizia per i popoli oppressi
    dai conflitti e dai genocidi in corso.

    Siamo convinti che la professione docente ci debba impegnare fuori e dentro le aule nel
    contribuire alla costruzione di un mondo migliore, ad abbattere gli ostacoli verso un
    cambiamento necessario che si può attuare solo promuovendo la conoscenza,
    destrutturando narrazioni a senso unico e pregiudizi, per favorire un’inversione di marcia
    rispetto al percorso tracciato, fatto di corsa agli armamenti e guerre che si combattono
    ormai anche in Europa.

    Abbiamo la responsabilità, come docenti, di aiutare le nuove generazioni a contrastare il razzismo e i suprematismi che sono alla base dei conflitti.

    In qualità di insegnanti crediamo che il nostro lavoro non sia confinato alla mera
    trasmissione del sapere, ma che si estenda alla formazione critica delle nostre
    studentesse e dei nostri studenti, una formazione attraverso cui ciascuna persona sia in
    grado di osservare la realtà circostante, riconoscerne le dinamiche interne, assegnare
    loro il giusto nome e assumersi la responsabilità di prendere posizione e agire.

    Rimanere in silenzio davanti ai massacri di civili innocenti è in contraddizione con quanto
    cerchiamo di insegnare tutti i giorni: il rispetto dei diritti, la possibilità di pensare e
    scegliere per costruire un mondo umano, dove sia possibile godere tutte/i delle risorse
    della Terra, cooperare, costruire per la giustizia… e anche sognare per poter essere felici.

    In questi ultimi anni si sta scrivendo una delle pagine più nere della storia dell’umanità e
    noi ne siamo spettatori, testimoni, ne siamo a conoscenza, non possiamo né potremmo
    mai giustificarci con la scusa del “non lo sapevamo”.

    E come docenti non dobbiamo avere paura di agire con coscienza critica, di parlare, di
    fare circolare le idee di rompere il silenzio.

    Possiamo dirlo ad alta voce che NON VOGLIAMO né GUERRE né BOMBARDAMENTI né
    STERMINI DI MASSA, possiamo dire BASTA ARMI A CHI MASSACRA I CIVILI.

    Possiamo soffiare forte anche noi nelle vele impavide e non violente che sono salpate e
    navigano all’orizzonte, vele pacifiche e ostinate, armate di farmaci, cibo e speranza e
    coraggio.

    Riprende la scuola e non possiamo immaginare di iniziare così, come se niente
    fosse, ritrovare gli alunni allegri, fiduciosi e giocosi, come dovrebbero essere tutti i
    bambini del mondo, senza pensare ai bambini massacrati.

    Io non posso iniziare il mio lavoro educativo facendo finta di niente.

    Vorremmo invitare tutti i membri della comunità scolastica ad attivare e a partecipare
    responsabilmente a iniziative per promuovere il dialogo, la pace, la nonviolenza, e la cooperazione tra i popoli, e a iniziare l’anno scolastico con un minuto di silenzio in tutte le classi in memoria delle vittime causate dai conflitti in corso.

    Le persone che hanno cambiato il mondo non erano i più forti, né i più ricchi, né i più
    obbedienti. Erano uomini e donne che hanno avuto il coraggio di sfidare la mediocrità, di
    inseguire la loro visione anche quando tutti dicevano che era impossibile.

    Ognuno di noi ha una scelta, ogni giorno: si tratta di lasciare un segno.

    E se quel segno avrà aiutato anche una sola persona, se avrà reso la vita di qualcuno più
    semplice, più bella, più umana… allora potremo dire di avere vinto come insegnanti, come
    adulti, come esseri umani.

    Perché un giorno, quando ci chiederemo come saremo ricordati, la risposta non sarà
    nelle parole degli altri, ma in ciò che avremo avuto il coraggio di creare.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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