Se le dicessi: Marzia, per la tua pensione avrei deciso di scrivere un editoriale in tuo onore. "Oh nini, mi risponderebbe, ma che sei diventato grullo…".
No Marzia, non sono diventato grullo (e lo dico ovviamente sorridendo), ma quando va in pensione una donna come te, che per oltre 40 anni ha lavorato nel Comune di San Casciano, nella segreteria di ben sei sindaci (clicca qui per leggere l'articolo), è davvero il minimo che si possa fare.
Marzia Viciani ha lasciato in piena continuità con il suo comportamento durante i quarant'anni di lavoro nel palazzo comunale di via Machiavelli: con grande stile.
Svolgerà infatti per sei mesi un servizio volontario, quindi a titolo completamente gratuito, aiutando chi verrà dopo di lei a inserirsi in una "postazione" delicata e molto importante come quella della segreteria del sindaco.
Faccio questo mestiere dal 2001: fin dal mio primo giorno, da quando ho salito per la prima volta le scale del palazzo comunale di San Casciano, al primo piano, nella stanza accanto a quella del sindaco, c'è sempre stata lei.
Passavo spesso, per lavoro ma anche per piacere. Per salutarla, ricevendo in cambio altrettanto calore.
Marzia ha svolto il suo ruolo con una riservatezza unica, leggendaria. Impermeabile a qualsiasi "sollecitazione", anche alla chiacchiera benevola, si è sempre distinta per educazione, rispetto per tutti (cittadini e amministratori), abnegazione.
Un esempio vero e proprio. In un Paese (inteso come Italia) in cui di esempi c'è un gran bisogno, io ne indico uno proprio in lei.
Nella "Marzia di Comune" (così la conoscono in tanti): e in questo soprannome c'è tanto del suo legame con un ente che ha visto cambiare, trasformarsi, di anno in anno.
"Cortesemente Matteo, ci sarebbe da appuntarsi il compleanno di una signora che compie cento anni venerdì prossimo…". Quante telefonate come questa, quanta educazione nelle parole di una donna speciale.
Marzia, è stato davvero un piacere e… tranquilla che non ci si perde di vista. Ci si trova… in piazza!
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