BARBERINO TAVARNELLE – “A proposito della Deta e dell’esposto al Tar da parte del Comitato per la tutela della Valdelsa, “quando non si hanno argomenti ci si attacca al ragionatore”, cioè, quello che ragiona. E questo è quello che sta succedendo al comitato della Valdelsa, che in mancanza di altri argomenti tira in ballo il Tar, il Distretto conciario di Santa Croce sull’Arno e i terreni del cuoio. Un bell’effetto per ingrossare le fila dei tifosi e di qualche infiltrato poco raccomandbile, ma allontana la soluzione del problema”.
Lo dice il comitato di Italia Viva Barberino Tavarnelle, che entra nella questione Deta… così.
“Una cosa è certa – prosegue IV – il patto simbolico tra comunitĂ , azienda e amministrazione del comune di Barberino Tavarnelle è fallito; quello che è stato detto a Vico d’Elsa nel luglio 2020 e cioè di risolvere i problemi entro il 2020, è lettera morta”.
“Il problema – continuano dal coordinamento locale di Italia Viva – si è rivelato piĂą incandescente di prima, dimenticando anche che dietro la questione Deta, oltre alla salvaguardia dell’ambiente (legittimo difenderlo) e ferma restando l’adesione e l’impegno preso dall’amministrazione comunale al Piano d’Azione per Energia Sostenibile e il Clima, ci sono i lavoratori e le loro famiglie che vanno ugualmente salvaguardati”.
“Per dire che il provvedimento restrittivo del sindaco sul lavoro della Deta possa ledere l’interesse di una comunitĂ – accusano – di fantasia ce ne vuole veramente tanta. E non è nemmeno la soglia di vento fissata a 1,5 m/s a fare la differenza; ma dato che siamo in democrazia a questo punto che saranno un presidente e non meno di cinque magistrati (il Tar) a dire l’ultima parola, con evidenti ritardi sulla soluzione del problema”.
“Con l’innalzamento del camino a 60 metri e il nuovo elettrofiltro – dicono convinti da IV – i problemi troverebbero anche il giusto equilibrio per la soluzione sia dell’inquinamento che delle forze lavoro “dimenticate”. Vale a dire che l’elettrofiltro piĂą potente e nuovo diminuirebbe di molto le emissioni di fumo e del particolato e il camino a 60 metri eliminerebbe la diffusione”.
“Lo studio diffusionale portato avanti da una societĂ ingaggiata da Deta – precisano – e confermato da Arpat dimostrano tutto ciò. Inoltre è stata installata una centralina meteo su Deta perchĂ© ce n’erano altre in zone limitrofe ma con quella installata in loco ci sono ancora piĂą certezze dell’utilitĂ del tutto”.
“Noi di Italia Viva – è la presa di posizione ufficiale – dopo esserci informati con attenzione e senza pregiudizi, siamo in primis per il rispetto e la tutela dell’ambiente e per la semplificazione delle cose, nonostante la complessitĂ del problema”.
“Ma una soluzione giusta – concludono – definitiva e breve, bisogna che si trovi. Certamente lo sviluppo e la salvaguardia del lavoro non deve passare in secondo piano, ognuno con il proprio ruolo, con le proprie competenze, con le proprie prerogative e senza braccio di ferro. Ogni ulteriore forzatura sarĂ un danno per la collettivitĂ ”.
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