Educazione alla legalità attraverso lo studio della condivisione, delle regole e del rispetto del bene comune. Si tratta di un progetto svolto presso due classi di quinta della scuola primaria di Quercegrossa, nel comune di Castelnuovo Berardenga, dalla cooperativa Aranciablu con il finanziamento dell’assessorato alla cultura e istruzione del Comune.
Il percorso portato avanti con i bambini si concluderà il 19 maggio con le celebrazioni in onore di Bruno Bonci, il partigiano ucciso durante uno sconto con i tedeschi a Vagliagli nel giugno del 1944 e in ricordo della strage di via dei Georgofili, a Firenze, quando nella notte fra il 26 e il 27 maggio 1993, cinque persone persero la vita in un attentato mafioso.
“Il lavoro svolto in classe – spiega la coordinatrice del progetto, Francesca Meiattini – ha avvicinato i bambini alla legalità condividendo con loro il valore, il senso delle regole e quali funzioni hanno queste all’interno della scuola, della famiglia o altro. Abbiamo ragionato con loro sul significato di comunità, intesa come luogo dove si manifesta l’altro e con esso il limite ma anche la possibilità di tutelare il bene comune, e cosa significa bene comune e come è possibile preservarlo. La cooperazione è stato l’elemento che i bambini hanno sperimentato come unica possibilità per conservalo e tutelarlo. Siamo arrivati a definire insieme la funzione della Costituzione e delle leggi che regolamentano gli altri livelli di comunità”.
“Successivamente – continua la coordinatrice – partendo dal fatto che la Costituzione si basa sul principio del riconoscimento della dignità, dell’importanza di tutti e dell’uguaglianza di fronte alla legge, i bambini si sono cimentati nell’affrontare diversi punti di vista e nel trovare soluzioni per i variegati bisogni di una comunità. Ciò ha portato alla riflessione che, chi non rispetta le regole che le comunità si danno per tutelare tutti i cittadini e con essi i loro beni comuni, vanno contro la comunità e che la criminalità organizzata si manifesta proprio attraverso atti che vanno a distruggere, a discreditare, a svilire l’organizzazione comunitaria. Infatti, l’attentato ai Georgofili non andava tanto a colpire una persona in specifico bensì la collettività, un bene comune che rappresentava la vita, lo sviluppo culturale e anche economico-sociale di una comunità”.
“Dalla teoria, siamo passati alla pratica – conclude Francesca Meiattini – Abbiamo, infatti, invitato i bambini a individuare e analizzare il bene collettivo della propria comunità, Quercegrossa. Li abbiamo, poi, accompagnati in giro per il paese, per fotografare il paesaggio, l’ambiente, l’urbanizzazione, un’attività che gli ha permesso di osservare con uno sguardo più attento il patrimonio ambientale a cui appartengono, a sentirlo proprio e a desiderare di tutelarlo e rispettarlo per la ricchezza e il bene di tutti”.
di Redazione
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