GAIOLE IN CHIANTI – La notizia la apprendiamo dal sito dal sito del Laboratorio di Storia della vegetazione dell'Università di Napoli Federico II (http://charcoalab.it/), ed è davvero eccezionale: ci dice, in sostanza, che si potranno studiare le caratteristiche del vino prodotto in età etrusca e romana grazie all'analisi di quasi 400 vinaccioli recuperati… in fondo a un pozzo.
Tutto inizia sul poggio di Cetamura, nel comune di Gaiole in Chianti, oggetto di scavo archeologico dal 1978 da parte della Florida State University.
"Le prime deboli testimonianze materiali – si legge su charcoalab.it – sono del periodo etrusco arcaico (VII-VI secolo a.C.), ma è dopo un periodo di abbandono nel V secolo a.C. che il sito viene occupato stabilmente con strutture significative di età ellenistica datate dal 325-300 a.C.".
"L’occupazione romana – si prosegue – parte dall’età augustea, a cavallo tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., e prosegue fino al II secolo d.C.; alcuni rinvenimenti attestano anche una presenza a Cetamura nel IV secolo d.C. I resti di alcune fortificazioni testimoniano infine la frequentazione del sito in epoca medievale almeno fino al XII secolo".
"Le emergenze archeologiche più importanti – si precisa – sono quelle che raccontano la storia del sito in età ellenistica (IV secolo a.C.): un quartiere artigianale, un edificio santuariale, due grandi cisterne e un pozzo di circa 30 metri".
Ed eccoci finalmente: durante lo scavo (condotto dalla Cooperativa Ichnos), questo pozzo si è presentato come un enorme deposito di materiali ceramici, metallici e organici.
Il laboratorio ha partecipato al recupero del materiale organico, legno e semi di frutti che nel pozzo si sono conservati in condizioni perfette grazie alla persistenza della falda acquifera. Tra i semi, i protagonisti sono 372 vinaccioli, 245 relativi al periodo romano e 127 al periodo etrusco.
Il Chianti è oggi tra i più famosi territori del mondo per la produzione di vino, ma la storia e l’origine di questo prodotto e del suo paesaggio sono in gran parte sconosciuti.
I vinaccioli di Cetamura offrono una straordinaria opportunità per colmare questa lacuna: sarebbe la prima volta che l’archeologia studia la storia della viticoltura nel Chianti dai dati materiali.
Venerdì 4 luglio, alle 11 presso il Museo Archeologico Nazionale al Santa Maria della Scala a Siena, nell’ambito della conferenza stampa di presentazione dei risultati dello scavo archeologico di Cetamura, il Laboratorio racconterà un’anteprima sulla storia della viticoltura etrusca e romana nel Chianti, grazie ai primi risultati delle analisi sui vinaccioli.
di Redazione
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