“Quei lavori fermi sull’Autopalio e il silenzio assordante delle istituzioni”: era il titolo del mio editoriale del 15 agosto 2018. Un anno fa.
Lo scrivevo dopo mesi e mesi in cui il nostro giornale, Il Gazzettino del Chianti, si era dato da fare per mettere in evidenza lo stallo dei lavori al viadotto Terme-Bandini.
Ricevendo, dopo innumerevoli sollecitazioni e mail, anche le prime risposte da parte di Anas. Ricordo anche una riunione (su altri temi) con i giornali online della Toscana in Regione, in cui esposi al capogruppo Pd in consiglio regionale lo stupore di fronte alla loro totale mancanza di presa in carico di una questione così eloquentemente da sbloccare.
Perchè si muovessero concretamente le istituzioni locali c’è voluto quasi un anno. Ci sono volute le elezioni amministrative. Qualcuno ha capito (ma va) che il tema era molto sentito dalla cittadinanza. Insomma, che poteva essere (sono cinico) utile.
Da lì qualcosa è cambiato, e oggi i Comuni del Chianti fiorentino e della Val d’Elsa sono diventati i primi “incalzatori” di Anas (anche con termini decisi e perentori). Che qualche risposta (insoddisfacente) l’ha data.
Adesso c’è da prepararsi a un “autunno caldo”. C’è da monitorare che sui lavori alle Terme Anas rispetti quanto promesso (ripartiranno a ottobre, termineranno a marzo 2020).
C’è da richiedere con forza interventi seri lungo tutto l’asse viario, sia in provincia di Firenze che di Siena.
A “ruota” dei sindaci, si sono mosse anche associazioni ambientaliste (Idra Firenze), associazioni dei consumatori (Asso-Consum), parlamentari (Susanna Cenni), consiglieri regionali (Simone Bezzini). Si è mosso il Pd chiantigiano (opposizioni assenti in quanto ad atti ufficiali, anche a livello di pubbliche dichiarazioni).
Si sono mosse (con colpevole ritardo) anche la CNA del Chianti (che lungo l’asse della Firenze-Siena ha centinaia di associati) e la Cgil (che lungo lo stesso asse ha migliaia di lavoratori). Si è mossa anche Azione Ncc, che rappresenta i noleggiatori con conducente.
In tutto questo neanche un fiato da parte di Confindustria, che pure lungo la Firenze-Siena ha fior fiore di aziende e una intera sezione territoriale (area Fiorentina Sud-Chianti): per non parlare di tante altre realtĂ , penso alle associazioni che rappresentano anche, ad esempio, i commercianti. O il mondo del turismo, o dell’agricoltura.
Anch’esse dovrebbero essere interessate a una Firenze-Siena moderna, sicura, o quantomeno decente.
Un silenzio totale, assordante. Che ci racconta una volta di piĂą, qualora ce ne fosse bisogno e meglio di tanti approfondimenti, anche la grande crisi della rappresentanza che stiamo vivendo in questi anni pieni, soprattutto, di individualismi.
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