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sabato 3 Maggio 2025
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    Ema Bike: biciclette speciali e creative a Ponte a Ema

     

     

    Di: Stefano Casprini

     

    È un momento buono per chi ama pedalare. Nell’ultimo anno la vendita delle biciclette ha superato quella delle automobili. Vuoi per la crisi, vuoi per lo sviluppo di una coscienza ambientale, le quattro ruote stanno perdendo terreno in favore di un mezzo più semplice, economico, che costa un po’ di fatica ma è divertente e trasmette energia positiva. A Ponte a Ema, i vantaggi della bicicletta li conoscono bene. Qui, infatti, nella strettoia che porta a Firenze, è nato Gino Bartali.

     

    A pochi metri dalla casa natia de “l’Intramontabile”, Carlo Pestelli, ponteaemino doc, ha deciso di aprire la sua officina. Una vita da meccanico delle due ruote (quelle con il motore), dalla fiorentinissima Moto Gori alla lariana Moto Guzzi, già Campione Toscano di Regolarità (nel 1980 su KTM 250), Carlo, nel 2010, sceglie di dedicarsi alle biciclette. Spinto anche dal fratello, inizia a riparare mountain bike, bici da corsa e da passeggio, poi l’idea di creare delle special, veri e propri pezzi unici, su misura per il cliente.

     

    "Si osservano i pezzi a disposizione – spiega Carlo – se ne parla con gli amici, viene l’ispirazione e si comincia a smontare. Restano telaio e forcella. Si controlla che il telaio sia perfetto, si sceglie il colore e si porta il telaio a verniciare. Poi si montano gli accessori a scelta del cliente. Accessori comprati oppure fatti a mano: dal paracatena al parafango in acciaio inox, ai portapacchi, alle decorazioni a pennello".

     

    Così nascono le special di Ema Bike, ognuna battezzata con un nome proprio. Le presentiamo con Carlo.

     

    “Pietrapiana” prende il nome dalla via di Firenze, porta d'accesso al centro storico: "È una bicicletta pensata per la città, o meglio per arrivare e girare in città. Leggera, essenziale, con accostamenti cromatici attuali e una posizione in sella rilassante ma grintosa».

     

    “Miscela 1%” è una scatto fisso: "Unisce accessori e oggetti d'annata con elementi estremamente tecnologici e moderni come i cerchi leggeri su un telaio da corsa degli anni Settanta, la sella in cuoio, la catena leggera verniciata con para corona".

     

    “La Gagliarda” è una bicicletta da passeggio degli anni Quaranta, con accorgimenti tecnici fuori dall'ordinario, coraggiosi e di valore: "Soluzioni tipiche delle corse come il doppio rocchetto alle estremità del mozzo ruota e i registri millimetrici sui pattini della ruota posteriore in buona compagnia di “chicche” per un utilizzo pratico della bicicletta".

     

    “Strada Magna” è il nome scelto da un cliente che voleva nel nome una M e una A da mettere in evidenza: "Strada Magna è stata una delle prime realizzazioni e segna un punto fermo, una "strada" da seguire, anche per i prossimi allestimenti".

     

    Carlo, in bicicletta, naturalmente, ama anche andarci. Ha tre Eroiche (la corsa sulle strade bianche del Chianti senese) all’attivo con il gruppo di Grassina e non passa domenica in cui non si arrampichi per i boschi con la mountain bike.

     

    "Per cinquant’anni – dice il meccanico – è stato fatto tutto in funzione dell’automobile. Oggi qualcosa è cambiato anche se ci vuole più rispetto da parte degli utenti della strada ma anche da parte dei ciclisti stessi. La bici deve avere fanali e catarifrangenti e ci vogliono più chilometri di piste ciclabili".

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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