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venerdì 26 Aprile 2024
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    Leonardo, Maria e quell’arte speciale racchiusa in un mobile decorato

    Di: Matteo Pucci

     

    TAVARNUZZE (IMPRUNETA) – Leonardo e Maria Nencioni hanno trovato il loro angolo di paradiso (lavorativo) in via Barducci, a Tavarnuzze: entriamo in questo laboratorio-showroom pieno di luce. Di voglia di fare, di impegnarsi sul serio, di realizzare qualcosa di unico con le proprie mani.

     

    Tutto inizia però molto, molto lontano nel tempo… . "Mio babbo Lido – ci racconta Leonardo – ha fatto questo lavoro per 50 anni: decoratore, restauratore e laccatore di mobili. In San Frediano, a Firenze, culla degli artigiani per tanto tempo: io ho iniziato nel 1984 con lui".

     

    "Poi – prosegue – lui è andato in pensione e ho proseguito io: ho fatto il percorso da ragazzo di bottega. La nostra è una famiglia imprunetina: il mio babbo di Tavarnuzze, anche se io sono nato in via dei Serragli. Adesso abitiamo all'Impruneta".

     

    Fin da piccolo Leonardo si aggira nel negozio fra arnesi, strumenti, colle e vernici: "Ho imparato il mestiere così, osservndo e poi iniziando ad aggeggiare. Lui è andato in pensione a fine anni '90, mentre nel 2001 ha iniziato a lavorare assieme a me mia moglie Maria, che arrivava da un'esperienza di decoratrice di ceramiche per dieci anni alle Cascine del Riccio".

     

    Questa è la classica bottega in cui artigianato e arte si sfiorano, si toccano: "Siamo in grado di fare le decorazioni dei mobili di qualsiasi tipo – ci spiega Leonardo – a mano libera; fino alla finitura in argento e oro (cornici, particolari dei mobili) agli effetti di finto marmo, finto legno. Lavoriamo su armadi, cassettoni, librerie, credenze, lumi, tutto quello che riguarda l'arredamento. Sia qui in alboratorio che direttamente sul posto".

     

    La clientela? "Facciamo lavoro in conto terzi – risponde Leonardo – Per il mobiliere, il privato, l'architetto e per i locali, i negozi. Abbiamo sempre fatto una politica tale da non limitarsi a un settore specifico: differenziamo sia come clienti che come manufatti".

     

    La promozione? "Da un po' di tempo facciamo la Mostra dell'Artigianato e la Fiera di Scandicci – continua Leonardo –  Abbiamo iniziato un po' per scherzo, ma facendole ci siamo resi conto che dovevamo proporre degli oggetti completi. Abbiamo iniziato a cercare dei pezzi unici, prendendo oggetti che restaurati e laccati si presentano al cliente finale: oggi la situazione è un po' più difficile anche lì, ma per noi sono vetrine importanti".

     

    A Porta Romana Leonardo e Maria lavoravano in 50 metri quadri con un soppalco e con 100 metri di cantina: logisticamente non era più fattibile, anche per l'accessibilità. "Ci siamo spostati qua per questo – specifica Leonardo – San Frediano era la zona degli artigiani per eccellenza, e purtroppo si sta vuotando".

     

    Aprendosi alla Toscana, non limitandosi allo… stare in bottega: "Mio babbo non è mai uscito – conclude Leonardo sorridendo ricordando un tempo che non c'è più – quando si iniziava ad uscire per andare dai clienti ci guardava un po' stranito. Ma la risposta al mercato deve essere questa: noi garantiamo un servizio, non decoriamo semplicemente. Se non eravamo usciti di bottega avevamo chiuso, come purtroppo hanno dovuto fare tanti altri mobilieri".

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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