SAN CASCIANO – A trent’anni dalla strage di Capaci, lunedì 23 maggio, è stato organizzato in piazza Pierozzi a San Casciano, sotto la Torre dell’Orologio, un flash mob da parte di studenti e insegnanti dell’Istituto Comprensivo “Il Principe”.
Un’occasione per ricordare, con un approccio nuovo e diverso, Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli agenti di scorta. E tutte le vittime di mafia.
Un’idea nata nell’ambito del progetto legalità, seguito e curato dalla docente Domenica Paviglianiti, coinvolgendo le classi 5 (A/B/C) del plesso “Niccolò Machiavelli”, con le loro insegnanti: Francesca Nencioni, Gessica Verrusio, Alessandra Campagnola, Luigina Bossio, Irene Tradii, Domenica Pavignaniti, Sabrina Idone, Isabella Tormen, Maria Rosa Toscano, E. Lapini, Chiara Chiarini, Alessandra Pini.
Le quali hanno ideato, con la preziosa collaborazione della professoressa Laura Gallenga, l’iniziativa.
Davvero emozionanti le coreografie con le quali insegnanti e studenti hanno corredato due altrettanto emozionanti canzoni, come “I cento passi” dei Modena City Ramblers e “Pensa” di Fabrizio Moro.
Al flash mob ha partecipato anche il sindaco di San Casciano, Roberto Ciappi, ricordando che prima di raggiungere gli studenti in piazza Pierozzi era stato nella frazione di Spedaletto, dove era stata posta una targa in ricordo di Emanuela Loi, altra servitrice dello Stato morta per mano mafiosa, nella strage di via D’Amelio dove perse la vita anche il giudice Paolo Borsellino.
“E’ importante che il ricordo sia tramandato – ha detto il sindaco rivolgendosi agli studenti – ma non è soltanto un esercizio di memoria e di ricordo, è un’attività su quelli che sono i valori dell’antimafia”.
“Nel 1993 – ha ricordato – una famiglia intera del comune di San Casciano perse la vita nella strage di via dei Georgofili a Firenze, la famiglia Nencioni (insieme allo studente Dario Capolicchio). Tra loro due bambine, Claudia di nove anni, e la sorellina Caterina di soli cinquanta giorni. Quando si parla di mafia ci dà l’impressione di parlare di un fenomeno lontano, distante da noi, invece ci si deve rendere conto che la mafia esiste. E che c’è anche in Toscana”.
“Le iniziative come questa – ha concluso – le iniziative dell’amministrazione comunale, le iniziative delle associazioni come Libera, che qui da noi ha un presidio che porta proprio il nome di Emanuela Loi, le iniziative dei tanti cittadini, ci fanno capire quanto è importante che tutte le comunità tengano forte e presente quei valori dell’antimafia. Grazie da parte di tutta la nostra comunità per fare vedere che tutto questo non è passato ricordando con forza quei valori”.
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