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mercoledì 1 Ottobre 2025
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    Razzismo: e se dentro avessimo tutti… un po’ di Calderoli?

    Riflettevo su quanto sentito dal Senatore della Repubblica italiana, nonchè vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, che in un comizio a una festa della Lega Nord ha paragonato il ministro per l'integrazione Cecile Kyenge a un orango.

     

    Vi risparmio i dettagli della vicenda, che sono conosciuti ormai da tutti. Così come vi risparmio la mia opinione sul Senatore della Repubblica italiana, nonchè vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli. Penso di essere in buona compagnia nel considerarlo semplicemente indegno di rappresentare il nostro Paese all'interno delle istituzioni.

     

    La mia riflessione però si concentra su alcuni commenti che ho sentito in questi giorni nel mio "girovagare" in Chianti. Spesso ho sentito dire: "E poi lo vorrei vedere Calderoli, se una mattina tutti gli extracomunitari che lavorano nei nostri cantieri, nelle nostre vigne, nelle nostre famiglie come badanti, scomparissero. Come faremmo?".

     

    C'è un film uscito nel 2011, che si intitola "Cose dell'altro mondo" e in cui recitano, fra gli altri, Diego Abatantuono, Valentina Lodovini e Valerio Mastandrea, che parla proprio di questo. Che mette "nero su bianco" l'ipotesi sopra descritta: con tutti gli annessi e connessi.

     

    A me questo legare la nostra convivenza con chi arriva da mondi lontani a un rapporto di imprescindibilità legato alla vita quotidiana non è che faccia proprio impazzire. Lo considero una sorta di stratagemma da sottoporre a chi non riesce a mandar giù che la convivenza dovrebbe esserci in quanto appartenenti allo stesso pianeta. In quanto persone.

     

    Lo trovo un modo di indorare la pillola che, a lungo andare, non credo nemmeno che faccia del bene. In questi tempi di crisi, tanto per fare un esempio, ho anche sentito qualcuno dire: "Riprendiamoci quei lavori che non facevamo più e rimandiamoli tutti a casa".

     

    Se poi mi si dice: ma allora sei per aprire tutte le frontiere e far venire chiunque, senza controllo e senza limiti? Certo che no. Perchè sono convinto soprattutto di una cosa: che se si creassero le condizioni per le quali non fosse necessario lasciare amici, famiglie, mogli e figli per partire su una zattera che magari naufraga nelle acque di Lampedusa… non avremmo più frontiere molto frequentate.

     

    Non voglio passare per ingenuo o oltremodo idealista e anzi, voglio dare un appiglio come quello che ho appena criticato (ovvero l'"accoglienza… materialista"), e che allo stesso modo non mi piace, a chi ha proprio bisogno di trovare una motivazione pratica ed economica: ma avete mai pensato cosa potrebbe accadare se in quelle parti del mondo dove si vive con un pugno di riso al giorno si potessero aprire nuovi mercati?

     

    Magari con consumatori più consapevoli di noi ai tempi di Fiat Cinquecento – televisione – salotto nuovo – Fiat Seicento – nuova televisione – cucina nuova – Fiat Uno – Fiat Ritmo – Fiat Punto – cellulare  – nuovo cellulare – nuovo cellulare – discariche strapiene… . Di prodotti nuovi, forse anche (azzardiamo via) eco compatibili.

     

    Pensateci. Pensiamoci. Nel frattempo però smettiamo di porre attenzione a quel che ha detto Calderoli, che quando apre bocca e dice queste cose sa benissimo quel che accade in seguito. E' becero marketing politico (a proposito, qua sopra mettiamo una foto tratta dal film "Cose dell'altro mondo" e non una foto di Calderoli proprio per evitare questo tranello).

     

    E pensiamo a come siamo noi, nel profondo. Per capire se una parte di quel che dice o che pensa quell'indegno senatore della Repubblica italiana forse, non ci appartenga più di quel che pensiamo.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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