A volte anche un pranzo estivo, consumato in un ristorante sperduto, ti può strappare un sorriso. A me è accaduto domenica 4 agosto, a Chiusdino, borgo arroccato sulle colline che guardano verso la Maremma più profonda.
Un'esperienza che voglio condividere con i lettori del Gazzettino del Chianti, magari dando uno spunto per un week en vicino a casa in posti magnifici.
Un ristorante in un vicolo largo sì e no due metri e mezzo, che ci ha riportato da un lato indietro nel tempo, stupendoci con un menù davvero particolare. Strano, "fusion" tendente alla "confusion". Ma dove, alla fine, abbiamo mangiato bene e dove, probabilmente, torneremo.
Di sicuro lo faremo per la "frittura di patate": sì avete letto bene, non le patate fritte ma la frittura di patate. La vedete nella foto: dischi finissimi di patate, con una pastella sopra che una volta a contatto con l'olio si gonfia e diventa una bolla croccante. Favolose. La prossima volta non mancherò quindi di prendere la frittura di verdure, che se viene fatta come questa… .
Poi, come detto, il menù: si andava dalle rane fritte (!) allo spaghetto allo scoglio (terminato…); dalla zuppa di pane alla bistecca disossata alla piastra. Fino ai dolci, con quel pane, vino e zucchero (a due euro) che mi ha riportato indietro di 20 anni.
Il tutto in un locale quasi scavato nella roccia, rustico, con bellissimi tavoli di legno e marmo. Mentre in sottofondo andava musica… africana e sui tavoli spiccavano libri che andavano dalla storia locale alla cucina sarda. "Confusion"? Io di sicuro ci sono stato bene, anche perchè è uno di quei posti in cui i proprietari dipingono loro stessi in tutte le scelte proposte. Anche con le rane fritte e… il pane vino e zucchero.
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