Ho letto con grandi attenzione le dichiarazioni dell'allevatore (di ovini e bovini) senese Mario Mori, che dopo alcune settimane dal precedente appello è tornato a palesare la sua volontà di mettere una taglia di 1.000 euro da corrispondere a chiunque gli porti un lupo, vivo o morto (clicca qui per leggere l'articolo).
Non condivido nè il modo (le cosidette "taglie" non mi fanno davvero impazzire) nè l'oggetto (ovviamente i lupi sono animali protetti). Ma capisco, profondamente, la rabbia e l'amarezza di un allevatore che ha visto sbranare anche gli ultimi 3 ovini di un gregge di 50 fatto completamente fuori (nella foto sopra una delle pecore di Mario).
Nei mesi scorsi Il Gazzettino del Chianti si è occupato più volte della presenza dei lupi, in particolare del loro ri-affacciarsi nel territorio del Chianti fiorentino (clicca qui per vedere il video girato dal naturalista Tommaso Nuti). Abbiamo seguito incontri, dibattiti, parlato più volte con uno dei massimi esperti nazionali sul tema, Duccio Berzi.
Fra gennaio e marzo ho personalmente visitato oltre quaranta aziende agricole del Chianti Classico (fiorentino e senese), che coltivando vite e olivo non si lamentavano per i lupi per per la presenza ormai totalmente fuori controllo di ungulati.
Cinghiali e caprioli stanno infatti letteralmente devastando le colture, modificando le loro abitudini di vita e di consumo. Le cronache che ci parlano di queste animali fin dentro la città di Firenze ormai non fanno più… notizia.
Capisco anche chi gioisce per il ritorno del lupo in territori che aveva abbandonato da tempo: probabilmente però è tornato poichè questi territori sono letteralmente "drogati" dalla presenza di prede. Sia quelle "stanziali" (come gli ovini e i bovini di Mario Mori), che quelle selvatiche (cinghiali, caprioli) che però di selvatico… hanno sempre meno.
Equilibrio, è questa la parola chiave che istituzioni e associazioni di categoria (agricole e venatorie) dovrebbero ricercare. Molto difficile sia per i rispettivi interessi di bottega, sia per le oggettive difficoltà di ri-equilibrare un sistema ormai sbilanciato irrimediabilmente.
E quindi capisco Mario Mori, capisco la sua rabbia, il suo appello, la sua voglia di tornare a una legge di frontiera. Dello spara e seppellisci. Capisco, ma non condivido.
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