Impruneta ha già toccato con mano, fra la fine del 2012 e la primavera del 2013, il significato profondo delle primarie nel nostro Paese, anche a livello comunale: laceranti, compulsive, spesso spiazzanti.
La vittoria di Alessio Calamandrei contro il candidato "di partito" Marco Pistolesi, e la seguente vittoria delle elezioni amministrative dello stesso Calamandrei grazie ai seggi più "rossi", ovvero quelli di Tavarnuzze (dove alle primarie aveva vinto, pur di soli cinque voti, proprio Pistolesi) fa capire che anche a livello locale le certezze sono poche e confuse.
Adesso però, nel Chianti fiorentino ci apprestiamo a un autunno molto caldo: in primavera si vota anche a Bagno a Ripoli, Barberino Val d'Elsa, Greve in Chianti, San Casciano e Tavarnelle. E, per rimanere in tema, anche qui le certezze sono poche e… confuse.
Partiamo dai due comuni in cui il sindaco uscente non potrà ricandidarsi, ovvero Bagno a Ripoli (Luciano Bartolini) e Barberino Val d'Elsa (Maurizio Semplici).
Bagno a Ripoli per adesso si mantiene silente, ma basta scavare poco poco per vedere scorrere un bel fiume magmatico. Due gli "ex Margherita" che possono avere velleità, entrambi in giunta: l'assessore ai lavori pubblici Francesco Casini, giovane con il sorriso "da primarie"; il vicesindaco Alessandro Calvelli, che in questi anni con il suo incessante lavoro di contatto con il mondo delle imprese è riuscito a portare tonnellate di sponsorizzazioni e finanziamenti al comune.
Poi c'è il presidente del consiglio comunale, Rosauro Solazzi, diventato (non senza polemiche) anche segretario del circolo del Pd di Grassina. Poi, sullo sfondo da tempo, una possibile candidatura di Mauro Fuso, segretario provinciale della Cgil, antellese di residenza.
Insomma, una quiete che prelude a una bella tempesta, a primarie scalmanate e spaccatutto: con buona pace dell'ecumenico sindaco Bartolini e della sua voglia di unità. Non son più i tempi… .
Tempesta che invece è già iniziata a Barberino Val d'Elsa: a dar fuoco alle polveri l'assessore (socialista) Silvano Bandinelli con la sua voglia di primarie, ribadita in un'intervista-ultimatum al Gazzettino del Chianti (clicca qui).
Il tema della fusione con Tavarnelle, la presenza convinta dell'opposizione di Obiettivo Comune che ha già presentato tre possibili candidati a sindaco (clicca qui) e i fantasmi (per il centrosinistra ovviamente) della sua vittoria del '99… .
Tutto sta contribuendo, insieme a un Pd che si sta riorganizzando insieme a quello di Tavarnelle, a un clima teso, che in un comune di meno di 5mila abitanti può portare verso elezioni in cui, come sempre, le decine di voti che decidono saranno ancor più fondamentali.
Poi ci sono i tre comuni in cui il sindaco uscente potrebbe candidarsi a un secondo mandato: Tavarnelle (Sestilio Dirindelli), Greve in Chianti (Alberto Bencistà), San Casciano (Massimiliano Pescini).
La domanda da porsi è: sono riusciti a costruirsi una piattaforma di autorevolezza tale da sovrastare le pulsioni di un mondo di centrosinistra, e in particolare del Pd, in cui il partito non è più in grado di fare sintesi e mediazione?
Delle tre la ricandidatura di Pescini appare la più scontata. Anche perchè, al di là delle valutazioni sull'operato di sindaco e giunta (che non facciamo per nessuno in questa occasione), va anche detto che non si palesano all'orizzonte (per adesso) alternative di nessun tipo. E anche la componente renziana del partito (capitanata dalla mercatalina Elisabetta Masti) pare nutrire fiducia incondizionata verso il primo cittadino.
Per quanto riguarda gli altri due invece la strada appare un po' più tortuosa. Alberto Bencistà nel 2009, dopo aver vinto le primarie su Paolo Sottani (42,57% contro 35,98%), vinse le amministrative con il 41,67% con una coalizione che andava da Sel all'Udc. Nel frattempo il mondo politico italiano è, a Greve come altrove, esploso: e qui in particolare la componente renziana nel Pd è di quelle che spingono forte… .
A Tavarnelle infine c'è da capire se davvero nel 2009 ci fosse stata la promessa, da parte del sindaco Dirindelli, di un mandato-ponte per una candidatura poi, nel 2014, del suo attuale vicesindaco David Baroncelli. Il fatto che ad oggi Dirindelli non si sia sfilato da una possibile competizione futura fa propendere o per il fatto che la promessa non fu fatta o… per un mancato mantenimento.
Non sta ovviamente a noi giudicare, ma il risultato finale è quello di un sindaco uscente ancora ricandidabile che non si è fatto da parte. Se poi anche qui si unisce una componente renziana molto "fattiva", spinta da giovani consiglieri comunali come Tiberio Bagni e da "esterni" come Davide Venturini, allora il quadro diventa di quelli… da maneggiare con cura.
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