Per me parlare di Giuliano Ghelli è parlare di una persona straordinaria, oltre che di un amico.
Sono tanti e tali i legami con quest'uomo eccezionale che si potrebbe scriverne per ore e ore.
E come me i tanti altri che hanno avuto la rara fortuna di conoscerlo da vicino, apprezzarlo, toccare con mano la sua generosità, la sua bontà d'animo. Non si è mai negato a nessuno, non ha mai detto no.
Disponibile, solare: chi vi parlerà di lui lo farà in questi toni. Uguale a se stesso, uguale con tutti. Un uomo di una gentilezza leggera, mai banale, democratica.
Un fanciullo dai capelli candidi che ha colorato le nostre vite. Non a caso, la sua straordinaria generosità lo aveva portato, nel 2012, a disegnare anche il logo di questo giornale. Un regalo unico, fatto come sempre con il cuore.
Per questo, per oggi e per alcuni fra i giorni che verranno, troverete la nostra testata del giornale listata a lutto. Per noi è morto anche un compagno di viaggio.
Quel suo grande cuore l'ha tradito il giorno dopo San Valentino: ci eravamo visti giovedì 13 febbraio all'inaugurazione della mostra sull'Amore, a San Donato in Poggio, dove erano esposte anche alcune sue opere. Ci era venuto incontro, come sempre, sorridente.
Giuliano Ghelli era (è) un patrimonio collettivo: del nostro Chianti, della nostra Toscana. Più volte ne era stato un vero e proprio ambasciatore nel mondo. Con quel sorriso disarmante, con quegli occhi vividi.
I suoi colori, inconfondibili e inimitabili, sono sempre andati di pari passo con la voglia di creare e sperimentare: i lavori con la terracotta (chi non ha mai visto il suo "Esercito" di busti?), con il legno, con i bambini.
Ci eravamo abbracciati, lo avevo salutato con tutto l'affetto che provo nei suoi confronti. Mi fermo qui, ci sarà modo e tempo di rendergli il giusto onore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA