Mentre leggevo la notizia che abbiamo pubblicato oggi, martedì 30 settembre, relativa al fatto che il sindaco di Impruneta Alessio Calamandrei abbia pagato di tasca sua per lo spettacolo di Regina Miami, storica e famosissima artista-drag queen, nella serata delle "Camiciole" post Festa dell'Uva in piazza Buondelmonti (clicca qui per leggere l'articolo), mi sorgevano alcune domande che desidero rendere pubbliche.
Non penso nè di essere "bacchettone" nè oltremodo "precisino" nel farlo (o comunque lo stabilirete voi…). Ma ritengo doveroso fare, ogni tanto, una riflessione collettiva su questioni che stimolano la nostra corteccia cerebrale.
Allora, ecco alcune delle domande che mi sono posto: è giusto portare in piazza uno spettacolo di questo tipo, che fa dell'irriverenza un cardine (e lo so perchè di spettacoli di Regina Miami, divertendomi molto, ne ho visti tanti) proprio davanti alla Basilica di Santa Maria all'Impruneta?
Frequento da anni Impruneta e so benissimo il legame che c'è fra gli imprunetini (e non solo) e la Basilica. Dove il culto Mariano è un qualcosa che affonda le radici nella storia, in quello che siamo stati. E lo dice un ateo, badate bene… .
E poi questo "pagare di tasca propria" da parte del primo cittadino (che dice di aver "saldato" così una promessa fatta pre-Festa), pur in una serata molto "free" come quella del Funerale del lunedì post Festa dell'Uva, rispetta le regole che ogni normale cittadino deve rispettare per poter portare uno spettacolo in piazza (suolo pubblico, autorizzazioni varie, …)?
E infine: un'operazione del genere la può fare solo il sindaco oppure ognuno di noi potrebbe farlo?
No, perchè a scanso di equivoci fin fa adesso mi prenoto per l'anno prossimo. Se il rione delle Fornaci (ho preso quello che non vince da più tempo, non me ne vogliano) vincesse, allora porterò il piazza uno spettacolo di Burlesque.
Oppure una bella pièce teatrale di quelle un po' "spinte", d'avanguardia. O magari un po' di body painting con qualche bella figliola da dipingere "live". Tanto state tranquilli… pago io.
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