Sono contento della mosca olearia, della produzione in picchiata, del fatto che quest'anno come non mai negli ultimi tempi soffriremo per la carenza di olio extravergine d'oliva della qualità (e della quantità) alla quale siamo abituati.
No, non sono uscito di senno: ma come sempre accade, non ci si accorge dell'importanza di una cosa fino a quando questa cosa… non ci viene tolta.
Che l'olio extravergine d'oliva rappresenti il cuore della nostra gastronomia, della nostra cucina, della nostra cultura, è un dato di fatto.
Purtroppo però il mercato non premia in maniera adeguata chi lo produce al meglio, rispettando il territorio, le piante, il gusto. Insomma, l'olio non dà reddito.
E' probabilmente l'ora che invece questa tendenza si inverta nella sua rotta: e un'annata di "carestia" come quella che ci apprestiamo a vivere può rappresentare uno stimolo in questo senso.
Passare in mezzo ai nostri campi in questi giorni e vedere poco, pochissimo movimento attorno agli olivi mette davvero tristezza.
E allora capiamolo fino in fondo: quest'anno è stato il maltempo, è stata la mosca. Nei prossimi anni questo panorama desolante potrebbe essere il frutto di un mercato che non tutela questo prodotto straordinario. Del quale, vedrete, mai come quest'anno… sentiremo la mancanza.
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