Una breve premessa: spesso (non sempre) quando ci si trova di fronte a un piromane (che opera spesso in solitudine, anche se non sempre), siamo di fronte a un qualcuno che ama che si parli delle sue gesta.
Quindi come organi di informazione ci chiediamo se e in che modo riportare le notizie: per scoraggiarne l'autocompiacimento, per disinnescare i potenziali emulatori.
Ovviamente non è possibile far finta di niente: nove mezzi dati alle fiamme in pochi giorni all'Impruneta non possono essere ignorati.
Quindi cerchiamo di fare il nostro lavoro al meglio, raccontando la cronaca purtroppo quasi quotidiana dei roghi, cercando di non alimentare psicosi o istinti peggiori.
Qui invece lancio una (consapevole) provocazione: l'Impruneta potrebbe prendere questa vera e propria sciagura, che sta destando preoccupazione, paura, rabbia e sconforto (oltre a danni materiali per le famiglie) anche come una piccola opportunità.
Una opportunità nel senso che la comunità imprunetina, da tempo dilaniata da lotte interne e da polemiche continue, dovrebbe cercare di unirsi in nome di un bene sovrano: la sicurezza di tutti.
Seppellire le "asce di guerra", sguainate soprattutto in politica (ma non solo), e mostrare un fronte unito, compatto, anche sereno. A chi pensa di dividere e impaurire opporre la fierezza dell'onestà e dello stare insieme.
Per fare questo salto di qualità, per niente semplice, lo "start" deve darlo l'amministrazione comunale: che da un lato deve essere presente e pressante con le forze dell'ordine; ma dall'altro deve pensare ai suoi cittadini, a una comunità impaurita che mai come in questo momento ha bisogno di sostenersi.
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