Ho aspettato che arrivassero, perchè alle indiscrezioni si unisse la realtà dei fatti: e oggi, mercoledì 1 aprile, i primi nove migranti attesi all'Hotel Mary (anche se a questo punto sarebbe meglio chiamarlo ex Hotel Mary) sono arrivati (clicca qui per leggere l'articolo).
E giovedì 2 aprile arriveranno anche gli altri dieci, che saranno seguiti da Oxfam Intercultura, fino a quando (probabilmente alcuni mesi) non si riunirà l'apposita commissione che dovrà stabilire se hanno lo status adeguato per essere considerati rifugiati.
Sono ospiti per questo, in attesa che una commissione si riunisca e gli dica se possono rimanere in Italia o devono essere rimpatriati: una commissione che potrebbe riunirsi anche domani mattina ma che, per le nostre lentezze, ha bisogno di mesi.
Insomma, ho aspettato che arrivassero per dire la mia. E la dirò: in queste settimane, da quando Il Gazzettino del Chianti ha dato per la prima volta la notizia, è stato un susseguirsi di commenti. Sia nel mondo "reale" che, soprattutto come capita di questi tempi, sui social network.
I nostri articoli sono stati letti da migliaia e migliaia di persone. E centinaia sono stati i commenti sui nostri post su Facebook. Molti, moltissimi, negativi (per usare un eufemismo).
Il nostro giornale dà e darà sempre spazio a tutte le opinioni, ai commenti, alle prese di posizione. Quali che siano le idee. Ne abbiamo dovuti cancellare almeno due o tre poichè, intollerabilmente, incitavano alla violenza.
Sono tempi duri quelli che stiamo vivendo. Tempi di lavoro che manca, di famiglie che soffrono, di solitudini ed egoismi che si amplificano. Inevitabilmente.
Questa vicenda però non può essere ridotta a un semplice: "Stiano a casa loro, noi abbiamo i nostri problemi". Così come è troppo scontato anche il dire: "I nostri nonni andarono in America, adesso tocca a noi accogliere". Epoche diverse, situazioni non confrontabili.
Primo, i fatti, mai da dimenticare se si vogliono esprimere opinioni basate su qualcosa di solido e non sulla inconsistenza del preconcetto: si tratta di decisioni prese dalla Prefettura in situazioni di emergenza. Prefettura che è stata contattata dal Ministero per dare accoglienza a queste persone.
Per prima cosa ha chiesto ai Comuni se avessero strutture idonee al bisogno. Ricevute (anche da San Casciano) risposte negative, hanno fatto bandi pubblici per trovare soluzioni tramite associazioni, Ong, privati.
E' il caso di San Casciano in cui Oxfam Intercultura ha vinto il bando individuando l'Hotel Mary (il cui proprietario ha dato l'ok) come luogo per l'accoglienza. I costi li pagherà la Prefettura, tramite fondi ministeriali provenienti per la maggior parte dall'Europa.
Secondo: la legge prevede che non svolgano nessun tipo di attività retribuita. Insomma, non possono lavorare.
Potrebbero invece (pare) svolgere attività di volontariato, ed è una direzione in cui ci piacerebbe che venissero accompagnati dalla stessa Oxfam Intercultura. Molte delle nostre associazioni (e non avevamo dubbi) hanno già dato la loro disponibilità.
Terzo: questi ragazzi (parliamo di giovani fra i 19 e i 25 anni) sono sbarcati. Sono sul suolo italiano, sono entrati a far parte di un contesto con leggi e regole. L'Italia, l'Europa, deve prenderli in carico. Tutelando la loro dignità, e ovviamente quella dei cittadini chiamati ad accoglierli. Punto.
Se poi si pensa (avendone tutti i diritti) che sia sbagliata la politica seguita dall'Italia e dall'Europa in questo senso, si conduca una battaglia culturale, politica e sociale per cambiarla.
Con il voto, con la protesta, con tutto quello che la democrazia mette a disposizione: non certo "sparando" su 19 ragazzi che arrivano in viale San Francesco a San Casciano.
Per conto nostro faremo come sempre il nostro lavoro. Seguendoli, cercando di capirne le storie e il modo in cui si inseriranno nella nostra comunità. Conoscendoli e facendoci conoscere. Semplicemente.
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