Mi si potrà dire: le elezioni regionali non hanno certo mai scaldato i cuori e le anime. D'accordo rispondo io, ma una campagna elettorale così moscia sinceramente non la ricordo.
Lo possiamo testimoniare direttamente anche dall'interesse che riscuotono gli articoli che ne seguono il percorso sul nostro Gazzettino del Chianti. Roba che anche la "Corazzata Potemkin" di Fantozzi al confronto sembrerebbe più vivace.
Anzi, mi esprimo meglio: stiamo assistendo a una campagna elettorale per pochi intimi. Ci si parla addosso, spesso fra militanti (quelli rimasti) di partito o di movimento, senza smuovere di un centimetro i tanti, tantissimi, ai quali davvero… non gliene può fregare di meno.
Sono brutale? Penso semplicemente di dire la verità. Il 31 maggio all'apertura delle urne scopriremo percentuali di astensionismo stellari, che faranno impallidire le pur rilevanti percentuali di non votanti che hanno sempre caratterizzato le elezioni regionali.
I motivi? Tonnellate. Molti indotti dal rifiuto generale e generico a qualsiasi forma di politica. Altri al disimpegno, alla perdita di interesse, al ruolo sempre sentito molto distante della Regione.
Potremmo stare qui per ore, non era certo questa l'occasione in cui si davano delle risposte a tutti questi "mali". E non voglio parlare di politica nazionale, di quello che accade a Roma, delle battaglie quotidiane che seguiamo su giornali e tv.
Voglio invece fermare la mia attenzione su quel che abbiamo a portata di mano, su cui si può incidere. Secondo me quello su cui però dovrebbero (e potrebbero) riflettere i candidati che anche nei nostri territori si propongono come consiglieri regionali, è molto semplice.
Dovrebbero chiedersi: in queste settimane di campagna elettorale abbiamo fatto davvero di tutto per, nel nostro piccolo, cercare di coinvolgere queste persone alle quali, come dicevo, non gliene può… fregare di meno?
Oppure siamo andati semplicemente a "confrontarci" in mezzo a chi già la pensa come noi, in questi dibattiti, assemblee, incontri, fra pochi intimi che la pensano allo stesso modo e devono solo decidere su quale nome mettere la preferenza? Stando insomma… al "calduccio".
Mi raccontavano una storia quando ero piccolo, di un uomo che aveva perso diecimila lire in una strada di campagna. Era piena notte, e lui sapeva di averle perse in un tratto al buio. Ma le cercava sotto a un lampione.
E a chi gli chiedeva: "Ma scusa, perchè cerchi qui sotto se sai che sono là, da qualche parte, in mezzo al buio?". "Perchè almeno qui c'è luce e ci vedo bene…".
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