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mercoledì 1 Ottobre 2025
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    Zero consiglieri regionali: e il Pd del Chianti rifletta sul serio

    Non pensavamo certo a una bandierina da piantare per puro orgoglio territoriale, ma l'ennesima elezione regionale che lascia il Chianti senza un briciolo di rappresentanza in consiglio non è il massimo.

     

    Nessuno nella maggioranza, nessuno nelle opposizioni. Nessuno. Punto. Forse a questo punto va davvero fatta una riflessione sul fatto che questa porzione di territorio per la Toscana rappresenta solo una bella cartolina da esibire. E nulla più. Siamo buoni solo per il "merchandising".

     

    Zero peso politico, zero presenza. Solo i sindaci (quando sono bravi e presenti) che possono essere portatori delle nostre istanze. Istituzionalmente più che politicamente.

     

    Nessuno che conosca davvero il territorio, le buche della Firenze-Siena (su questo tema meno male che a Siena è passato Simone Bezzini), che sappia a menadito le potenzialità delle nostre zone industriali (sì perchè non siamo solo "Chiantishire", sorpresi?), che possa tracciare una linea sicura da Bagno a Ripoli fino a Barberino Val d'Elsa.

     

    Non giriamoci poi troppo intorno, l'unica speranza (a meno di clamorosi miracoli che potevano venire solo dai chiantigiani nelle liste del MoVimento 5 Stelle e di Sì – Toscana a Sinistra, che peraltro hanno fatto anche dei bei risultati) era di portare in via Cavour un consigliere del Partito democratico.

     

    Ipotesi divenuta impraticabile molto tempo prima della chiusura delle urne di domenica 31 maggio, ovvero all'indomani delle scelte operate dal famoso "direttivo" di zona Chianti: prima la cervellotica rosa a tre, con Maria Grazia Esposito, Luciano Bartolini e il segretario del Pd di Tavarnelle Gianni Mantelli.

     

    Dopo il "no grazie" del coordinamento metropolitano a Mantelli, sono rimasti Bartolini ed Esposito.

     

    Non entro nel merito delle persone, due candidati comunque motivati e che hanno fatto di tutto fino all'ultimo. Anche se ovviamente il profio di coloro che sono stati scelti ha inciso e non poco.

     

    Ma voglio essere cinico fino in fondo (del resto la politica molto spesso è cinismo): se ci fosse stata unità di intenti, vera e non di facciata, forse le cose sarebbero andate in maniera diversa.

     

    Il vero problema infatti è stato uno e uno solo: è il Pd del Chianti che non ha creduto nelle scelte… del Pd del Chianti. I democratici non hanno votato compatti, ma sono andati dietro logiche ben lontane dall'appartenenza territoriale.

     

    Basta guardare i risultati di Fiammetta Capirossi e Serena Spinelli, ovvero coloro che poi sono riuscite a passare in consiglio.

     

    Luciano Bartolini è stato il più votato a Bagno a Ripoli e Impruneta, l'unico comune oltre quello di "origine" ad averne sostenuta per davvero la candidatura.

     

    Gli altri hanno fatto semplicemente "melina": a San Casciano poi, si è riusciti a votare… per tutti (a parte Stefano Prosperi) con una sorta di "manuale Cencelli" nell'urna. Maria Grazia Esposito è stata la più votata solo a Greve in Chianti.

     

    In altre zone del nostro collegio (vedi Mugello) si è più uniti, più compatti. E non mi si venga a dire che questi sono discorsi da retrobottega, campanilismi velleitari: il Pd del Chianti ha perso (di nuovo) un'occasione di sedere al tavolo della politica regionale, di dare un punto di riferimento nei prossimi cinque anni anche a chi non l'ha votato. Di farsi vedere compatto e unito. Forse perchè, semplicemente, non lo è.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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