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martedì 23 Aprile 2024
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    Ancora tensioni sulla piana di Ripoli: per le associazioni sarà da… profondo rosso

    "Bagno a Ripoli, da centro abitato tranquillo, immerso nel verde e ricco di campi coltivati che creavano economia circolare, perderà per sempre le sue caratteristiche di bellezza e di pace"

    BAGNO A RIPOLI – Il Parco di Ripoli, annunciato nei giorni scorsi dal sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini, non ha certo appianato le questioni con molte delle associazioni ambientaliste sul territorio. Tutt’altro.

    Associazioni che, sul Parco di Ripoli ad esempio, contestano sia il merito che il metodo usato da Casini.

    Sono in sei: Legambiente – Circolo di Bagno a Ripoli; Italia Nostra Onlus – Sezione di Firenze; L’A.R.C.A. – Associazione Ripolese per la Cultura dell’Ambiente; Gruppo Trekking Bagno a Ripoli; Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio; Firenzeintralice Aps.

    E che, soprattutto, delineano una futura piana di Ripoli, come si vede dal disegno qui sopra, da “profondo rosso” (nel senso di edificazioni).

    “Il Piano Strutturale vigente – iniziano le sei associazioni – approvato nel 2011 con la giunta Bartolini, pur confermando le previsioni edificatorie del 1999, non ancora realizzate, puntava soprattutto sul recupero dell’esistente, privilegiando la ristrutturazione. Ciò non avvenne per caso, ma fu il frutto del lungo e ben strutturato processo partecipativo, che l’amministrazione realizzò prima della sua redazione. La maggioranza dei cittadini espresse la convinzione che sul nostro Comune non dovessero sorgere nuove abitazioni”.

    “Il Piano Strutturale che sta elaborando la giunta Casini parte in modo diametralmente opposto – accusano – cioè da un avviso pubblico (estate 2017) rivolto ai proprietari immobiliari per avere “suggerimenti” in vista della redazione del nuovo Piano Strutturale, solleticando così gli appetiti edificatori che trovano la loro traduzione nelle attuali previsioni. La partecipazione della popolazione, non ha trovato spazio in fase di elaborazione delle previsioni urbanistiche di oggi e questa è una gravissima carenza democratica”.

    “Il risultato – rilanciano – è che il Piano, non guidato dai bisogni reali della nostra popolazione, realizza nel nostro comune l’espansione della città di Firenze, con lo scopo di creare la Grande Firenze: sarà uno strumento urbanistico non a servizio dell’area ripolese, ma di altri”.

    Poi vanno a elencare le loro contestazioni, partendo dai “vastissimi parcheggi scambiatori, che, in mancanza di un potenziamento dei collegamenti ferroviari per i pendolari da integrare direttamente con le linee del tram, attireranno traffico, smog, rumore e auto che saranno costrette a parcheggiare a Bagno a Ripoli per non pagare il costo di ingresso a Firenze previsto con la realizzazione dello Scudo Verde”.

    E poi, “le infrastrutture connesse alla nuova tranvia, ovvero il deposito / officina e l’hub dei mezzi di trasporto extraurbano; un nuovo Centro Congressi; un nuovo Centro Sportivo (il Viola Park, n.d.r.) calcistico, che si sommerà ai già numerosi campi da calcio presenti, a scapito di altri sport; l’ampliamento del Match Ball; l’ampliamento di Villa la Massa”.

    “La sede distaccata degli Uffizi – continuano le sei associazioni – che potrebbe essere realizzata in uno dei vari edifici storici abbandonati presenti nel nostro territorio; nuove costruzioni residenziali e direzionali nel Pian di Ripoli; abitazioni (secondo le previsioni del vecchio P.S. del 1999) nei centri urbani di Vallina, Antella, Osteria Nuova senza tener minimamente conto del consolidato decremento demografico”.

    “Bagno a Ripoli – paventano – da centro abitato tranquillo, immerso nel verde e ricco di campi coltivati che creavano economia circolare, perderà per sempre le sue caratteristiche di bellezza e di pace, tradendo i tanto sbandierati (a parole) programmi green e le aspettative di una pianificazione economica veramente sostenibile”.

    “Distruggendo la campagna – accusano ancora – perdendo la sua vocazione agricola (tuttora viva e redditizia), e puntando come Firenze sulle rendite immobiliari, Bagno a Ripoli perderà la sua risorsa più preziosa, l’unica non rinnovabile: la terra!”.

    “Per queste ragioni – concludono – abbiamo inviato un documento che esprime la nostra posizione su queste previsioni a sindaco, assessori e consiglieri del Comune di Bagno a Ripoli, alla Soprintendenza e ai funzionari competenti della Città Metropolitana di Firenze e della Regione. A loro, che avranno la responsabilità di decidere sul futuro di Bagno a Ripoli, domandiamo: vale davvero la pena stravolgere in modo irreversibile un territorio, sapendo che questo genererà sacrifici a danno dei più e profitti solo per pochi?”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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