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martedì 23 Aprile 2024
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    Vicchio di Rimaggio: la recinzione di un terreno e le proteste delle associazioni locali

    Legambiente critica le attività in corso dell'azienda agricola Podere Biliotto: "Timore che un'altra parte del territorio sia sottratta alla fruizione pubblica"

    BAGNO A RIPOLI – In questi giorni eravamo stati contattati anche da rappresentanti delle associazioni dei cacciatori sulla questione.

    Oggi a sollevare il tema, criticandolo più o meno nello stesso modo, delle recinzioni in atto in una porzione di territorio di Bagno a Ripoli è Legambiente. Che, stavolta, è dalla stessa parte della barricata dei cacciatori.

    “Cosa si cela – chiede l’associazione ambientalista – dietro i 2,5 km di recinzione che si stanno realizzando intorno alla proprietà Compturist del Podere Biliotto in zona Vicchio di Rimaggio?”.

    # Podere Biliotto risponde a Legambiente: “Qua da noi solo un progetto agricolo e agrituristico”

    “È quello che ci stiamo chiedendo – riprende – insieme ad altre associazioni, agli abitanti e alle persone che da sempre frequentano questa bellissima porzione di territorio, ricca di natura e di testimonianze storiche. Una domanda a cui cerchiamo di dare una risposta analizzando i documenti depositati in Comune”.

    “I fatti sono questi – ricostruisce Legambiente Bagno a Ripoli – dall’inizio dell’anno intorno ai 30 ettari coltivati dall’azienda agricola Podere Biliotto è iniziata la posa di una recinzione costituita da pali di legno e rete a maglia sciolta, parzialmente interrata per un’altezza media di 1,80 metri, tale da ipotizzare la costituzione di un fondo chiuso”.

    “Secondo la proprietà – è la posizione dell’associazione – si tratta di un’installazione precaria ad uso agricolo per proteggere il piccolo gregge di pecore “Nana d’Ouessant”, le piante d’olivo dagli animali selvatici e un vigneto che deve ancora essere impiantato”.

    “È evidente – rimarca Legambiente – a nostro parere, che queste motivazioni non giustificano un intervento così ampio e costoso”. 

    “Il confinamento degli animali allevati – viene spiegato – viene ormai ovunque praticato con recinzioni elettriche rimovibili, che sono più economiche, efficaci e soprattutto di minore impatto ambientale, perché sono realmente precarie; le piante di olivo adulte non temono i danni della fauna selvatica e di norma i vigneti vengono recintati solo dopo che è stato realizzato l’impianto”.

    “C’è quindi qualcosa che non torna – argomenta – Ciò che non si capisce dai documenti è il progetto di impresa che si intende attuare al Podere Biliotto, al di là di quella agrituristica di per sé legittima”.

    Ci si chiede se ci sia altro: “Interrogativi – fa sapere Legambiente – che hanno spinto il dirigente dell’Area 5 Governo del Territorio del Comune di Bagno a Ripoli a promuovere “l’emissione di un provvedimento inibitorio/sanzionatorio ai sensi dell’art. 201 della L.R. 65/2014, nonché art. 167 del Codice dei Beni Culturali”. La Compturist (che avrebbe già elaborato una sorta di manleva per far accedere le persone agli spazi recintati, n.d.r.) ha finora ignorato l’avvertimento del Dirigente, per cui attendiamo che l’amministrazione comunale dia al più presto esecuzione al provvedimento”.

    “Ed usi – incalza l’associazione – tutti gli strumenti di cui dispone per costringere la proprietà a dichiarare in modo trasparente le sue reali intenzioni”.

    “Il timore – conclude Legambiente – è che, anche questa volta, una porzione non irrilevante di territorio venga di fatto sottratta alla fruizione pubblica per riservarla ad un uso privato ed esclusivo. Un precedente per noi molto pericoloso. Bagno a Ripoli e le sue colline sono da sempre terra di passaggio, innervata da una fitta rete di percorsi storici che l’attraversano in tutte le direzioni. Questo reticolo è un patrimonio, quantificabile anche in termini economici, che deve rimanere territorio aperto a chiunque voglia goderne nel rispetto dell’ambiente”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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