VICO D'ELSA (BARBERINO TAVARNELLE) – Il 24 aprile ha chiuso l’unico alimentari di Vico d’Elsa. E con questo si è chiusa un’era per la frazione barberinese.
In vita da mezzo secolo, era un pezzo di storia. Una bottega d’altri tempi dove trovare di tutto: cibo, biancheria, cartoleria, bombole del gas.
Una seconda casa, piena di calore, in cui i vichesi, incontrandosi, si davano il buongiorno e si chiedevano a vicenda “come va?”.
Ma anche un servizio indispensabile soprattutto per gli anziani, che spesso hanno difficoltà a spostarsi. Così come per chi voleva fare una “spesa veloce” o per la casalinga che all’ultimo, prima di cucinare, si accorge che le mancano le uova.
Sicuramente è un mestiere che richiede sacrificio, visti gli orari: il sabato e la sera fino alle 20, che significa non essere a casa prima delle 20.30, perché dopo c’è da pulire. Ma un sacrificio ripagato da grandi soddisfazioni.
Queste sono le sensazioni che ci trasmettono le parole di Stefania Tanasi, trentasettenne residente a Vico e titolare fino ad un mese fa de “La Bottega di Stefania”.
Dalla sua voce trapelano subito solarità e cordialità: requisiti necessari a chi sta al pubblico. E anche una forte passione: addirittura teneva aperto la domenica mattina dalle 10.30 alle 12.30 per vendere il pane, che era andata a prendere prima a Ulignano o a Poggibonsi.
Purtroppo Stefania, trovandosi di fronte ad un bivio, ha dovuto chiudere. Però sarebbe molto felice di passare il testimone (se qualcuno fosse interessato e volesse avere ulteriori informazioni, può rivolgersi a lei al 3498635752).
Preferibilmente nel giro di pochi giorni. “Abito a Vico da sette anni – a parlare è Stefania – All’inizio lavoravo al minimarket un paio di volte la settimana per arrotondare. Poi il proprietario, quando cinque anni fa decise di vendere, mi chiese se lo volessi acquistare, e io accettai”.
“Ora mi hanno fatto una proposta irrifiutabile – racconta – Ho studiato lingue. Quindi non ho proprio potuto dire no ad un lavoro nel back office di una ditta a Poggibonsi che vende ricambi e accessori per camper”.
“A malincuore ho dovuto tirare già il bandone – prosegue – Però ho mantenuto lo stato fiscale aperto, nella speranza che qualcuno si facesse avanti. Al momento ci sono due persone interessate, ma ancora nessuna trattativa conclusa”.
“La bottega è un punto di ritrovo – conclude Stefania – dove la gente si ferma a fare due chiacchiere mentre beve un caffè. Oppure il luogo sicuro presso cui lasciare il bambino, mentre la mamma va dal parrucchiere. Per me sono stati anni molto divertenti”.
E sicuramente anche i vichesi le hanno voluto bene, visto che adesso la fermano continuamente per chiederle di ripensarci.
di Noemi Bartalesi
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