Chiunque abbia avuto l’opportunità di soggiornare a Gozo e conoscere da vicino la sua gente, avrà certamente notato quanto sia forte, radicato e pienamente condiviso il sentimento di una “identità gozitana”. Specialmente in contrapposizione ad una “identità maltese”.
Conversando tra amici al bar, magari davanti a un cappuccino pomeridiano (qui si usa bere il cappuccino allo stesso modo di un espresso in Italia, se non addirittura all’ora dell’aperitivo!) spesso, la gente locale parla dei “maltesi”: quelli che si riversano a Gozo per fare baldoria durante le più disparate festività, ad esempio in occasione del famoso carnevale di Nadur.
Quelli che possiedono una casetta, o meglio ancora, una farmhouse (villa con piscina!) nell’isola minore e ci trascorrono mesi interi durante l’estate; quelli che appena scendono dal traghetto parlano solo in inglese, solo per darsi più arie e snobbare gli altri; quelli che vengono a Gozo per far nascere i propri figli, perchè qui l’ospedale è piccolo ma il servizio per mamme e neonati è molto efficiente.
Dall’altra parte, poi, ci sono i “gozitani”: quelli nati e cresciuti qui, fedeli e letteralmente attaccati al loro “scoglio” sono forse i più orgogliosi; molti altri, anche giovanissimi, sono stati costretti a cercare un lavoro a Malta, ma non di rado viaggiano giornalmente da un’isola all’altra, per non rinunciare allo stile di vita che avevano prima.
Nell’immaginario collettivo, esistono dunque due immagini distinte di Malta e Gozo: la prima è vista come centro del progresso, dell’amministrazione, di una realtà più urbanizzata e caotica; la seconda, pur essendo una regione periferica e talvolta esclusa, è tuttavia ritenuta dai suoi abitanti come vero luogo delle origini.
La terra che non ha perso il legame con il suo passato e che ha saputo conservare i caratteri salienti di una cultura autentica, nonchè di uno stile di vita semplice e rilassato.
Ma questa discrepanza, reale e costruita al contempo, si ferma comunque al livello verbale, senza sfociare in astio o scontro diretto.
Tutt’al più, le diversità hanno fornito ai gozitani lo spunto per la rivendicazione di una “autonomia”, almeno parziale, di Gozo da Malta.
E così, negli ambiti più importanti, Gozo si è munita, per così dire, di alcuni imprescindibili accessori: sul piano politico, esiste ormai da oltre 25 anni, il “Gozo Ministry”, un’amministrazione nata per rispondere ai bisogni peculiari di Gozo come isola-regione.
Molto più antica, sul piano religioso, è la Diocesi di Gozo, eretta nella seconda metà dell’Ottocento, e molto attiva fino ad oggi. Di importanza non secondaria è poi la squadra calcistica gozitana, una nazionale affiliata al Non-FIFA Board, che partecipa al torneo mondiale delle “Regioni autonome, regioni in cerca di autonomia e Stati non riconosciuti” (insieme alla Padania, al Regno delle Due Sicilie, alla Provenza, al Kurdistan e altre).
Beh, in questa prospettiva, anche per noi, ormai, è diventato del tutto naturale, fare una distinzione netta tra Malta e Gozo, e anche a noi, quando incontriamo persone che non conosciamo, sorge naturale chiedere “Sei maltese o gozitano?”.
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