FALCIANI (IMPRUNETA) – Si sono salvate solo perché non si trovavano in casa le due famiglie che vivono ai Falciani, in via Cassia 338, a ridosso del ponte dell’Autopalio.
Ma hanno perso davvero tutto quello che avevano all’interno delle abitazioni: e quel che rimane, lo si può vedere sparso tutto intorno casa, in attesa di essere buttato via.
E’ la conseguenza dell’esondazione del fiume Greve che nel primo pomeriggio di lunedì 21 ottobre ha cancellato i ricordi e i momenti felici di queste due famiglie.
Si sono salvati solo due cani, un vero e proprio miracolo, perché hanno trovato la salvezza grazie ad un tavolo che galleggiava all’interno del recinto: sì un vero e proprio miracolo se si considera che la furia dell’acqua poteva travolgerli com’è capitato all’auto, una Ford Fiesta, parcheggiata nel piazzale e ritrovata a diversi chilometri di distanza (clicca qui per leggere l'articolo) nel fiume Greve.
"Al momento – ci racconta la proprietaria di un appartamento – il Comune di Impruneta ci ha trovato una sistemazione in un agriturismo. Siamo rimasti solo con i vestiti che c’eravamo messi il lunedì mattina prima di uscire da casa".
"Come abbiamo saputo di quanto era avvenuto? Abbiamo ricevuto una telefonata da alcuni residenti dei Falciani – risponde la donna – "Correte a casa, la Greve è uscita dagli argini!" ci hanno detto. Ma quando siamo arrivati ormai non c’era nulla da fare. Come può vedere abbiamo perso davvero tutto, una vita di sacrifici spazzati via".
"Sono circa cinque anni che viviamo qui – sottolinea – e chi ci abitava prima di noi ci ha confermato che neanche l’alluvione del ’66 aveva fatto danni quanto questa volta".
"Sono venuti i volontari della Protezione Civile – risponde quando le chiediamo se hanno ricevuto aiuto – che ci hanno aiutato a buttare fuori di casa tutto quello che c’era. Ci sono stati i vigili del fuoco, i carabinieri, ma adesso? Non sappiamo proprio come fare ad andare avanti: in più, ogni volta che piove viviamo nel terrore".
Facciamo un giro intorno alle due abitazioni: ancora alle persiane, sulla terrazza, ci sono i segni di quello che ha potuto fare la forza dell’acqua, mentre intorno la vita scorre come se non fosse accaduto nulla.
Le macchine che passano sopra il ponte dell’Autopalio, quelle sulla via Cassia, le parole ad alta voce di un gruppo di ciclisti: poi, solo per qualche secondo, il silenzio che ti porta angoscia nel vedere cosa c’è intorno. Masserizie, fango che sprigiona un odore quasi nauseabondo. Nient’altro.
di Antonio Taddei
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