Anche sul Gazzettino del Chianti stiamo seguendo da settimane l’emergenza Coronavirus. Con una linea editoriale ben precisa: pubblicare solo ciò che è ufficializzato dalle istituzioni, Regione Toscana e Ausl Toscana Centro in primis.
Continueremo a farlo, ora per ora, cercando di essere per tutti i nostri lettori un punto di riferimento di informazione oggettiva.
Abbiamo deciso, come avrete visto, ovviamente senza alcun corrispettivo ma per puro spirito volontario, di dedicare il POP UP, la pubblicità di apertura del nostro giornale, al messaggio che le istituzioni stanno veicolando ad ogni livello: STATE A CASA!
Qui non scrivo da direttore di giornale. Scrivo da uomo. Da marito. Da figlio. Da padre.
Scrivo a voi. A tutti voi (qui il decreto pubblicato stanotte dal Governo).
Mai come in questa situazione, epocale, paragonabile senza timore di essere smentiti a un conflitto mondiale, il comportamento del singolo incide come un bisturi, in modo drammaticamente immediato, sulla collettività.
Ho visto e letto cose che una volta di più fanno capire quanta strada dobbiamo fare come comunità. Non ce n’era bisogno, ma la drammatica attualità ribadisce quanto siamo distanti da un valore condiviso di bene collettivo.
Che in questo caso è anche bene individuale, con le due cose che si sovrappongono.
Vedere ragazzi bighellonare in giro in gruppi, senza controllo alcuno. Vedere le immagini di code agli skilift, mentre c’è gente che rischia la vita per curare e altri che muoiono in corsia, fa male al cuore.
E’ tempo di crescere. Subito! Ognuno di noi è un tassello di un grande puzzle che mai come adesso rischia di sgretolarsi. A danno di ognuno di noi.
Nei primi giorni si è cercato di tenere insieme aspetto sanitario e aspetto economico di questo Tsunami chiamato Coronavirus. Non è più il tempo. La salute deve venire prima di tutto. Quando lo Tsunami sarà passato ognuno di noi si leccherà le ferite. E ripartiremo.
Ma adesso il rischio vero è quello di uno Tsunami irreparabile, che lasci sul terreno solo macerie. Se ancora non ne avete capito la drammaticità, con i medici che stanno per iniziare a scegliere chi salvare, beh… è dura spiegarvelo.
Lo Stato faccia lo Stato. Ma noi cittadini facciamo i cittadini. Senza alibi per nessuno. Noi per primi.
Dimostrate con i fatti che il rispetto e l’ammirazione che professate per medici e infermieri è realtà, e non un post su Facebook e poi tutti a farsi l’aperitivo.
State a casa. Il più possibile. Se uscite rispettate in maniera ossessiva le norme che sono state diffuse. Lavaggio mani, distanza di sicurezza, pochi contatti. Le conoscete.
Educatevi. Educate. Prima che sia troppo tardi. State a casa.
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