Amo profondamente il mio mestiere, e ritengo un privilegio il solo fatto di poterlo svolgere ormai da quasi quindici anni.
Fare il giornalista a livello locale, raccontare quello che ogni giorno accade in un territorio in cui vivo e che adoro, è sempre stato il mio obbiettivo. Farlo ogni giorno sul Gazzettino del Chianti è splendido.
Ma ci sono giornate in cui ti viene voglia di fare tutt'altro. Di non doverti confrontare con una realtà che purtroppo, qui come altrove, ti mette di fronte a qualcosa di enormemente doloroso e ingiusto.
Come dover scrivere ieri, sabato 6 settembre, della terribile morte di Francesco Ciappi, il giovane sancascianese che non ce l'ha fatta dopo il terribile incidente in motorino avvenuto a San Vincenzo a Torri nella notte fra il 5 e 6 settembre (clicca qui per leggere l'articolo).
Perchè scrivi di un ragazzo che hai visto bambino, nascere e crescere. Perchè non puoi neanche pensare al dolore di una famiglia che, come capita spesso vivendo nel territorio che racconti, conosci molto bene.
All'età di Francesco sono stato io "ragazzo" proprio in bottega dal suo babbo: aveva il negozio di fronte a quello dei miei genitori, veniva automatico passarci un po' di tempo. Ci conosciamo da tanti anni, fra saluti e battute.
Quando mi è arrivata la notizia è stato come prendere un pugno in piena faccia: non posso nemmeno immaginare cosa voglia dire ricevere questa telefonata per due genitori.
E' l'incubo di tutti, purtroppo stavolta si è concretizzato per questo ragazzone dal sorriso buono. Le parole valgono zero di fronte a tragedie come questa, non c'è consolazione.
Tutta la comunità è rimasta profondamente colpita, addolorata, stordita. Sicuramente saprà stare vicina nel modo più discreto e amorevole possibile a una famiglia che, in un mare di dolore e disperazione, ha trovato anche la forza di fare un bellissimo gesto d'amore donando gli organi di Francesco.
Le parole valgono zero: ma io un abbraccio, forte e senza parole, alla famiglia di Francesco glielo mando da qui.
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