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mercoledì 1 Ottobre 2025
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    Chiusura uffici postali: a tanti (purtroppo) non gliene può fregare… di meno

    Vi ricordate l'estate (era il 2010) in cui sembrava imminente l'introduzione del pedaggio sul raccordo autostradale Firenze-Siena?

     

    Io sì. Compresa una manifestazione al casello A1 di Firenze-Impruneta il 2 luglio, con un caldo torrido a forte rischio "stramazzamento". Sindaci, sindacati, partiti, bandiere… . Tutti lì.

     

    Un'ipotesi, quella del pedaggio in Autopalio, mai del tutto tramontata. Ma qui non voglio parlare di questo.

     

    Voglio invece paragonare quella situazione a quella che si sta vivendo in molti dei paesi della nostra regione in merito alla chiusura degli uffici postali.

     

    Nel Chianti dal 7 settembre saranno in tre a tirare giù il "bandone": La Romola (comune di San Casciano), Marcialla (Barberino Val d'Elsa), San Donato in Poggio (Tavarnelle).

     

    Due invece, Vico d'Elsa (Barberino Val d'Elsa) e Lucolena (Greve in Chianti), ridurranno la loro apertura a un giorno alla settimana. Praticamente… chiusi.

     

    Di fronte a questa "ecatombe" di uffici postali, si penserà, si è messa in moto una "macchina" di protesta come in occasione del pedaggio-Autopalio… . Bandiere al vento, tutti compatti… .

     

    Manco per niente. Oltre ai cittadini interessanti, solo le amministrazioni comunali si sono messe in prima fila. In parte anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Qualche consigliere comunale impavido, qualche rappresentante del mondo dell'associazionismo. Stop.

     

    Partiti? Manco a vederli dipinti (almeno in forma organica intendo). Movimenti politici? Quando mai. Associazioni, sindacati? Men che meno. Ci sarebbe stato da alzare la voce, da unirsi al di là degli interessi specifici.

     

    Perchè, tanto per fare un esempio, anche per un sancascianese che vive in via 27 Luglio (a pochi metri dall'ufficio postale del capoluogo) la chiusura dello sportello della Romola dovrebbe essere vissuta come una ingiustizia.

     

    Anche perchè questa chiusura va a colpire le parti più deboli della popolazione. Ovvero gli anziani, per i quali anche andare nell'ufficio postale del paese vicino diventa impossibile.

     

    Come mai allora tutto questo silenzio? Come mai gli stessi sindaci chiantigiani parlano di una politica rimasta "distante" dalla questione.

     

    Semplice. Diciamocela la pura verità. Perchè non gliene può…fregare di meno. Sono "paeselli", poche migliaia di anime, smuovono poco.

     

    Il 3 settembre il Tar si dovrebbe pronunciare sui ricorsi presentati dalle amministrazioni comunali. E capiremo se davvero il 7 settembre ci sarà la chiusura definitiva.

     

    Secondo me però sono in molti, sulla questione-Poste, ad aver mostrato disinteresse. Ad aver ormai fatto, come si dice, una figura… "barbina". Son soddisfazioni.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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